CAPTAIN TSUBASA

WORLD YOUTH HEN


Come gia' spiegato in altre parti di questo sito , la WORLD YOUTH HEN (serie dei campionati mondiali giovanili) è la nuova serie manga dedicata a Captain Tsubasa.
La serializzazione del manga è ripresa nel 1994 e si è conclusa nel 1997

Comunque, dicevamo, la storia narrata in questa nuova serializzazione è molto semplice: sono gli sforzi disumani compiuti dai giocatori giapponesi per arrivare a conquistare la Coppa del Mondo ai Campionati Giovanili di Calcio.

Si può esordire dicendo che il primo volume della nuova serie di Captain Tsubasa, ci ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, perché il nostro eroe entra in scena solo nelle ultime pagine.
Quasi tutto il volume è infatti dedicato ad un nuovo personaggio destinato a svolgere un ruolo importante nella nazionale giapponese sto parlando di Shingo Aoi (Rob Danton), un quindicenne molto dotato per il calcio, soprannominato "Principe del Sole", e non si tratta di una traduzione dal giapponese, perché il nostro piccolo eroe anche se giapponese di nascita, trascorre due anni in Italia, a Milano precisamente.
Il manga si apre con delle scene tratte da un partita tra Giappone e Iraq, svoltasi 28/10/1993, finita 2-2.
Cambio di inquadratura siamo a Milano, il piccolo Shingo tenta invano di entrare nelle sedi del Milan e dell’Inter, ma con scarso successo. Dopo varie peripezie, aiuti insperati, lavori faticosi (come il lustrascarpe) Shingo approda al vivaio dell’Inter, anche se dalla porta di servizio e in modo molto rocambolesco, ed inizia una dura lotta per farsi accettare dai compagni italiani che si divertono a prenderlo in giro, soprattutto per la sua bassa statura. Dai ricordi di Shingo apprendiamo che anni prima il ragazzo aveva affrontato la Nankatsu di Ozora Tsubasa seconda versione.
Neanche a dirlo, aveva ricevuto una bella batosta dal caro Tsuby (11-0 il risultato finale). Shingo ne era uscito molto abbattuto, ma caso volle che il ragazzo incontrasse Tsubasa poco prima della partenza per il Brasile (mi sono dimenticata di dirvi che Tsubasa ha finalmente coronato il suo sogno di raggiungere Roberto in Brasile), e che salutandolo questi lo riconoscesse (benché secondo Shingo fosse impossibile che Tsubasa lo ricordasse). In quell’occasione Tsubasa regala a Shingo tre monete che il ragazzo continua a portare al collo dentro un sacchetto: 25 cents americani, 10 franchi francesi e 100 yen giapponesi. Se a qualcuno fosse sfuggita l’allusione, mi prodigherò a illustrarvi l’elaborata metaforicità della mente tsubasiana. Ebbene le tre monete rappresentano: i cent i campionati mondiali svoltisi negli States nel 1994, i franchi i campionati che si sono svolti in Francia nel '98 e gli yen i campionati in Giappone del 2002. E’ a questi ultimi che Tsubasa dà appuntamento a Shingo.
La promessa del calcio che ama portare la maglia "alla Baresi" nella sua militanza  all’Inter giovanile si trova ad affrontare anche la Juventus.

La storia si sposta poi in Brasile, finalmente, dove incontriamo Tsubasa pronto ad iniziare la sua prima partita con il Sao Paulo. L’immagine ce lo presenta fermo a centrocampo. A questo punto c’è un breve flashback del suo arrivo in Brasile, del suo incontro con Roberto e della selezione per entrare nel Sao Paulo. La selezione è molto dura e consiste in una partita tra i gruppi di aspiranti giocatori. Tsubasa è tutto contento e tirato a lustro; si guarda attorno e si rende conto che gli altri giocatori lo guardano male: cosa ci fa un ragazzino giapponese lì in mezzo?
Lui vorrebbe anche "socializzare", ma il primo con cui ci prova, Pepe, per poco non lo morde. Tsubasa allora lo guarda bene bene e vede che ha calze e scarpe tutte rammendate, mentre lui è vestito di nuovo e le sue scarpette luccicano. A Tsubasa danno il  numero 18, ma appena tocca la palla Pepe gliela frega (vorrei far notare che Pepe gioca nella stessa squadra di Tsubasa) e parte come una scheggia in dribbling. Chiaramente gli prendono la palla, che però è recuperata dal nostro eroe; Tsubasa parte a tavoletta e gli altri neanche lo vedono... giunto davanti alla porta però, passa la palla proprio a Pepe, che fa gol. Tsubasa esulta e salta in groppa all’"amico"!  Pepe non sa più da che parte guardare, ma ormai ammira Tsubasa e accetta la sua amicizia. In ogni caso Tsubasa subito dopo fa un altro gol urlando che vuole diventare il giocatore numero uno del mondo, tra lo stupore degli astanti e la commozione di Roberto che ripensa al passato.

Ma tornimo alla partita vera, Sao Paulo contro Flamenco: lo sconosciuto Tsubasa porta la sua squadra in vantaggio i tifosi del Sao Paulo giubilanti inneggiano a Tsubasa. La palla intanto viene raccolta dal numero dieci del Flamenco, il famoso Carlos Santana, che non sembra molto soddisfatto.
Subito Tsubasa viene intervistato da un poveraccio (durante la partita?) che ancora non sa in che vespaio si è andato a cacciare, perché Tsubasa dichiara convinto: "Soccer ball wa ore no daizina tomodachi!", cioè "Il pallone è il mio migliore amico!!!". Lampante, no?
Intanto, dato che la partita viene trasmessa via satellite anche in Giappone, c’è una panoramica su parenti e amici del noto ciuffo con i loro migliori auguri per l’emigrato.
Così si conclude il primo volume.

Volume 2

La presentazione di Carlos Santana è tutta un programma: proprio sulla prima pagina ci viene detto che lui è "Kami no ko", cioè il "Figlio di Dio", il che all’inizio è un po’ sconvolgente, ma poi, per fortuna tutto si chiarisce: è un trovatello; per la precisione il custode di uno stadio lo trova in mezzo al campo e lo cresce come fosse figlio suo. In ogni caso, visto le cose che fa con la palla, anche il primo pensiero non era poi del tutto fuori strada.
Al riprendere del gioco Santana è discretamente irritato e dimostra tutte le sue geniali qualità: Tsubasa prova a fermarlo, ma Santana lo salta come fosse uno qualsiasi (provocando un collasso a Roberto) e va dritto in porta segnando uno splendido gol. Dopo la marcatura Santana si gira a sfottere Tsubasa che, dopo essere stato "battuto" sembra una statua di sale, ma casca male, perché Tsubasa finalmente si gira e gli fa i complimenti!
La partita riprende, Tsubasa non ci sta a farsi battere così e finalmente prende in mano le redini della situazione; Santana lo fronteggia, ma Tsubasa lo frega con il giochetto che proprio lui gli aveva appena fatto (Roberto si riprende) e giusto allo scadere del primo tempo riporta la sua squadra in vantaggio.
Durante l’intervallo tutti vogliono intervistare Tsuby e chiedergli perché porti tre braccialetti di stoffa al polso destro (e chi li aveva visti?): in pratica hanno lo stesso significato delle tre monete che ha dato a Shingo; rappresentano il sogno del Giappone di vincere il campionato mondiale juniores e la promessa di realizzare il sogno.
Santana intanto ascolta tutto sconvolto.
Negli spogliatoi l’allenatore del Flamenco fa "ballare" i suoi uomini con minacce terribili, mentre Santana rievoca un altro pezzo della sua triste storia: la morte dei genitori adottivi, le angherie che ha dovuto successivamente subire e i duri allenamenti (che comprendevano segregazione e un po’ di sane frustate) che alla fine lo hanno reso una vera macchina da gol.
In ogni caso appena rientrati in campo Tsubasa segna ancora, il che fa veramente fondere di rabbia il giovane "Kami no ko".
I ricordi di Santana proseguono e noi vediamo "edotti" del modo in cui ha convinto i compagni di squadra ad accettarlo (più o meno come ha fatto Tsubasa!) e di come si è fatto il primo grande amico, Leo. Tale Leo entra in campo proprio in quel momento, con incarichi precisi: fare segnare Santana e vendicare l’onore offeso. Detto fatto: passaggio smarcante e palla a Santana. La cosa interessante comunque è quello che succede a questo punto. Santana prende la palla, si gira inizia a palleggiare e sfida Tsubasa!: in pratica non è d’accordo con l’amicizia di Tsubasa per la sua palla; lui preferisce nettamente Leo (forse dipende da un trauma infantile) per cui, mentre tutta la difesa converge su di lui, passa la palla proprio a Leo, che gliela ripassa subito facendogli fare un gol splendido. Tsubasa sembra un po’ scosso, a dire il vero e rimane a bocca aperta ad osservare il "Flying Drive Shoot" di Santana.
Il nostro eroe però non si arrende mai e lancia un’altra sfida a Santana: "Non cantare vittoria troppo presto, c’è ancora tempo per decidere la vittoria o la sconfitta!"
Santana comunque sembra un vero cyborg: i suoi muscoli, "grazie" al durissimo allenamento, sono d’acciaio e proprio il ricordo delle sue fatiche lo fa volare a razzo verso la rete, segnando il gol del 3 a 3.
Roberto ormai è disperato. Come al solito quello meno perplesso è però Tsubasa, che, rinnovata (ma non ha altro da fare?) la sua sfida, riparte all’attacco ingaggiando un duello terrificante con il fuoriclasse locale; dopo un paio di scontri da ospedale, Tsubasa sembra avere la meglio e riesce a ripartire. Santana, fuori di sé, fa il gioco che Tsubasa si aspettava: lo stende... punizione per il Sao Paulo da posizione favorevole.
Tsubasa sperimenta il suo tiro, ma Santana blocca sulla linea e riparte verso l’area avversaria. Tsubasa prova a fermarlo, ma non c’è niente da fare. L’ultimo difensore utile, pur di fermarlo lo "abbraccia", così l’arbitro non può che espellerlo e dare un calcio di punizione a Santana (come gli sarà venuta l’idea di questo trucchetto?).
Anche stavolta la palla sembra in rete, ma Tsubasa arriva e la ferma. Il tiro comunque è talmente violento da lasciargli la gamba fumante (e la bocca aperta). La palla però e rimasta in gioco e Santana le si avventa contro, tirando una cannonata che prende Tsubasa in pieno alla spalla sinistra (si vedono i telespettatori giapponesi sussultare, memori del passato). Tsubasa sembra star proprio male, ma Santana se ne frega e tira di nuovo, sennonché Tsubasa, anche lui memore del passato e delle promesse fatte agli amici, si alza e stavolta ferma la sfera con la faccia, sorridendo tutto contento e calciandola in avanti.
Così si conclude il secondo volume.

Volume 3

Il gioco riprende immediatamente e, incurante dell’infortunio (sarà la forza dell’abitudine), Tsubasa corre verso la porta del Flamenco palla al piede. Santana naturalmente prende il tutto come un’offesa personale e dà un paio di affettuose spallate alla spalla di Tsubasa che, prima di scaravoltarsi di brutto, riesce comunque a passar palla alla controfigura bionda di Paul Diamond. Costui tira, ma l’onnipresente Santana blocca tutto; ha però fatto i conti senza l’oste, perché Tsubasa gli frega la palla in volo e, proprio all’ultimo secondo di gioco, fa gol.
Dopo la sconfitta per 4 a 3 l’umore di Santana peggiora ulteriormente, ha strane visioni di una vecchia conferenza stampa in cui preannunciava la vittoria dei mondiali juniores e rivede la sua triste infanzia. Sente di avere deluso i suoi fans e i suoi amici, ma Leo e i gli altri compagni di squadra lo consolano e gli dicono di non piangere. Anche i tifosi del Flamenco sono felici, perché hanno visto quanto ha lottato, e gridano il suo nome.
Santana capisce che il suo odio per tutti era sbagliato e va a fare pace con Tsubasa. I due si scambiano anche la maglietta e Tsuby trotterella da Roberto tutto contento.
La narrazione a questo punto si sposta in Giappone, dove si continua a lavorare per preparare la nazionale giovanile. Assistiamo così ad una conferenza stampa del signor Mikami, che si presenta con Taro (con addosso la sua uniforme scolastica) e Hyuga (in tuta con la palla sotto il braccio).
Il primo a parlare è Taro. In pratica si annuncia che i giocatori giapponesi, dopo avere passato l’esame di maturità, affronteranno le squadre giovanili più importanti del mondo, per apprendere più velocemente nuove tecniche ed entrare in contatto con culture diverse, ma soprattutto per migliorare il gioco di squadra. Qualcuno, poi, ha la brillante idea di fare una critica costruttiva al nostro Hyuga, ma, come volevasi dimostrare, le critiche costruttive e Hyuga non vanno d’accordo, tant’è che il poderoso ragazzo da un bel calcio al tavolo facendolo volare a un paio di metri. Non contento, decide di chiarificare ulteriormente il concetto e pesta anche il pallone, facendolo scoppiare.
Ma cosa gli avrà mai detto? Tanto per cambiare il tutto non era molto chiaro, ma credo che la domanda fosse, più o meno "Visto che nelle ultime due occasioni avete fatto schifo, come potete pensare di vincere i mondiali?"
Dopo tutti quei danni, Hyuga esclama "Sekai ichi da!", cioè "I primi del mondo".
Taro cerca allora di minimizzare il problema, sostenendo che tutti loro lotteranno per realizzare il  grande sogno, per quanto irrealizzabile possa sembrare.

L’indomani tutta la squadra è al lavoro, mancano solo quelli che giocano attualmente all’estero, tanto più che Tsubasa è ancora infortunato alla spalla. Sull’argine che circonda il campo (ma perché i giapponesi fanno sempre i campi sotto il livello del mare circondati da terrapieni?) ci sono due tipi che osservano sghignazzando.
I ragazzi lavorano davvero sodo sotto gli occhi dei giornalisti che preparano un articolo su di loro dal titolo: "Determinazione!! La nazionale giovanile giapponese"
L’articolo riporta foto dei nostri campioncini e la formazione (provvisoria) della nazionale: Wakashimazu - Matsuyama, Jito, Takasugi, Kishida - Misaki, Izawa, Oda, Tachibana Masao (Kazuo è riserva!) - Hyuga, Sorimachi, Nitta.
Ovviamente si parla anche dell’exploit di Hyuga: c’è una bella foto con un trafiletto eloquente: "L’happening della conferenza stampa: Hyuga Kojiro calcia il tavolo come fosse una palla".
L’articolo più interessante comunque vede protagonisti Misaki, Matsuyama e Hyuga, infatti viene sollevato l’interrogativo che "sconvolge" tutti: chi sarà il capitano della nazionale giapponese juniores (sottinteso, finché non arriva il legittimo proprietario del titolo)?
Il successivo articolo si sposta invece all’estero e più precisamente in Germania e Brasile: Genzo reclamerà il suo ruolo di titolare oppure a salvare la porta della nazionale sarà Wakashimazu? E Tsubasa, la sua partecipazione è in pericolo? Come sta veramente?
Dopo questi angoscianti interrogativi torniamo all’allenamento dei campioni. Tutti sono contenti, perché si stanno impegnando a fondo e credono di essere in ottima forma; a dire il vero lo credono solo, perché i due energumeni che li stavano osservando (Hino Ryoma e Yumikura Nobuyuki) scendono in campo, prendono la palla e li sfidano a fermarli. Ovviamente non ci riescono e la nazionale prende un gol clamoroso (ci tengo però a sottolineare che Hyuga non giocava e la porta la stava difendendo Morisaki...). Dopo il grande successo si vantano di essere dei grandi eroi e affermano che Hyuga non è il solo grande "scalciatore" (che alludano al tavolo?); guarda caso, Hyuga sta giusto arrivando e dimostra il suo ampio disaccordo con dolci paroline minacciose: è meglio che tornino a casa, altrimenti la fiera tigre potrebbe aver qualcosa da dire.
I problemi sembrano finir lì, anche se tutta la somma delle cose finisce per dare gli incubi a Ishizaki.
Il giorno dopo una novità attende i nazionali: c’è un nuovo giocatore sul campo, ma non possono vederlo in faccia, perché dà loro le spalle e sta giocando con un gruppo di sconosciuti. Finalmente si gira è Misugi! È guarito, e può riprendere a giocare con gli altri. La sua classe, naturalmente, non è cambiata; è sempre il migliore. Ad osservarlo ovviamente c’è sempre Yayoi. Piccolo flashback: Jun e Yayoi sono dal dottore che annuncia a Jun la sua guarigione; il ragazzo si gira di slancio e abbraccia Yayoi!

Nel frattempo Wakashimazu (che ha evidentemente letto il giornale) va a parlare con il signor Mikami, perché gli è venuto un dubbio: non è che, tanto per cambiare, appena Genzo arriva lo mettono in panchina?
Il signor Mikami lo rassicura... ha proprio indovinato.
Wakashimazu non la prende certo con filosofia; dichiara convinto che lui non sarà il cagnolino di Genzo, se lui è tanto bravo che si arrangi. O sarà titolare o se ne va e, dato che è compagno di squadra di Hyuga, con un colpo di judo, fa secco il tavolo del povero signor Mikami. Dopo lo scambio di idee, fa i bagagli e se ne va. L’allenatore ha intanto informato gli altri che corrono a fermarlo.
Hyuga e gli altri della Toho, comunque, li hanno preceduti, ma nulla sembra convincere Wakashimazu che, con le lacrime agli occhi, se ne va. Hyuga prova allora a risolvere la cosa a modo suo, cioè gli tira un micidiale tiro della tigre, per sfidarlo, ma Wakashimazu lo ferma (e trattiene la palla!) con una mano, poi se ne va. Gli altri sono finalmente arrivati, ma non possono fare niente.
Mikami allora, tanto per rendere più facile la cosa da digerire, li informa, che effettivamente c’è un problema. Un campione del Colonia, tale Stephan Revin o giù di lì, durante una partita molto intensa, è riuscito a tritare entrambi i polsi di Genzo, cosicché, almeno per un po’, non sarà disponibile.
Il tutto preoccupa Misaki, che senza dir niente in giro scrive a Tsubasa e lo prega di tornare a casa per l’inizio del mese successivo (almeno credo che volesse dire questo!).
Il programma di allenamento prevede a questo punto una "partitella" di allenamento con un’altra squadra. La squadra è quella dei "due mostri" e, come se non bastasse, il signor Mikami sembra anche star male. L’allenatore dei selvaggi è un certo Gamo Minato e definisce i suoi 7 uomini "The real Japan 7"! (I sette del Giappone reale). Costoro sono veramente brutti e in mezzo a loro c’è anche la vecchia conoscenza Urabe (Jack Morris), che non spicca certo per la sua bellezza.
La squadre avranno dunque 7 giocatori ciascuna.
Per il Giappone: Morisaki - Matsuyama, Jito - Misaki, Sawada - Hyuga e Nitta.
Per i cattivi: Yamada - Sakaki, Urabe - Yumikura, Yoshikawa, Okano - Hino.
La partita è durissima. La difesa dei cattivi è tremenda e il Giappone incassa subito un gol; Hyuga sprona i suoi alla vittoria e così, giusto alla fine del volume, i nostri raggiungono il meritato pareggio.

Volume 4

In un certo senso questo è il volume più "intenso" di quelli visti finora, per cui, mi ci soffermerò in modo particolare.
Hyuga è molto "caricato" e lotta proprio come una tigre, tant’è che riesce a portare il Giappone in vantaggio. Le cose però non vanno come dovrebbero andare, Hino (che si era allenato in Brasile!) fa un gol strepitoso, massacrando la mano del povero Morisaki.
Hino e Hyuga si scambiano sguardi da inceneritore, ma i cattivi si sentono molto offesi per il modo in cui tutti esaltano la nazionale e... Yumikura fa un altro gol dichiarandosi per di più emulo di Tsubasa.
I "buoni" sono punti sul vivo e lottano da leoni, ma non riescono più a segnare. In compenso gli altri sì, e fanno altri 3 gol, vincendo così 6 a 2.
Gamo infierisce anche sui perdenti, chiamandoli mollaccioni e alla fine Mikami si sente così male che crolla e lo devono portare all’ospedale.
Trattasi, a quanto ho capito, di grave forma di appendicite o peritonite, per cui il grande capo per un po’ non potrà occuparsi della squadra. Che fortuna! Sarà affidata a Gamo!
In ogni caso le amichevoli non aspettano, così la squadra giapponese si trova subito a dover affrontare la nazionale coreana. Cosa volete che vi dica, la fortuna ha abbandonato i nostri amici che perdono con un sonoro 3 a 0 e, tanto per cambiare, innaffiano il prato di lacrime. Il più depresso è Morisaki... come dargli torto?
Tanto per infierire, l’autore ci mostra poi le prodezze di Wakashimazu, che si è dato al professionismo e, per i colori del Yokohama, blocca ogni pallone in zona porta.
I "nazionali" lo seguono in televisione e il nervosismo esplode; in particolar modo Hyuga sembra avercela con Misaki, che aveva espresso un giudizio negativo su Wakashimazu, tant’è che lo prende per la collottola e lo solleva a mezzo metro da terra. Hyuga gli sta ancora dando dell’idiota (mentre gli altri non sanno come fermarlo!), quando arriva Gamo.
Gamo ha parecchie notizie da dare, tutte pessime: finché Mikami se ne sta in ospedale, il responsabile della nazionale è lui e li allenerà a suon di bastonate! Ha intenzione di prendersela in particolar modo con gli attaccanti e, per eliminare gli errori più ricorrenti, vuole farli diventare come i 7 mostri. Chiama ad alta voce Misaki, i gemelli Tachibana, Hyuga, Nitta, Soda e Jito, perché per loro ha un programmino tutto speciale.

Adesso si va in Brasile; Tsubasa arriva al campo dove Roberto allena degli sfigati gridando: "Roberto! Finalmente mi hanno tolto il gesso alla spalla! Posso riprendere ad allenarmi!"
Gli sfigati non credono ai loro occhi: quello è il terribile Tsubasa?
Roberto però lo gela: "Sono diventato il responsabile della squadra giovanile brasiliana e porterò il "soccer cyborg" Carlos Santana alla vittoria della Coppa del Mondo".
Tsubasa resta lì come un pesce lesso, mentre dietro di lui lo sfondo della vignetta... cade a pezzi.

Torniamo nel Sol Levante e occupiamoci un po’ di Sanae, che nel tempo libero lavora come cameriera in un caffè. Il motivo ci viene spiegato nel solito flashback: La nostra Anego soffre di nostalgia per il suo adorato Tsuby. Sono ormai tre anni che non vede l’emigrato e non ne può più. Sfoga le sue calde lacrime sulla spalla di un’amica (la solita cugina di Jito), ma quest’ultima le da un ottimo consiglio: "Se Maometto non va alla montagna è la montagna che va da Maometto". Perché aspettare il ritorno dell’amato? Può andarci lei, basta trovare i soldi.
Sanae capisce al volo e si mette a lavorare.

Nuovo salto a Sao Paulo, per vedere come Tsubasa reagisce alla notizia. In effetti chiunque sarebbe sconvolto e lui... "Complimenti Roberto!!!"
Cosa volete farci, è fatto così. Gli fa poi un lungo discorso in cui dichiara quanto gli dispiace per l’improvvisa interruzione del loro rapporto; non dimenticherà i suoi insegnamenti e  giura di impegnarsi come leader della sua nazionale.
Per dimostrare la sua sincerità gli rifà i complimenti: "Le mie più sentite congratulazioni Roberto!". Nel frattempo la vignetta si allarga a contenere sia Roberto che Tsubasa, mentre tra di loro si inserisce la famosa scena dell’aeroporto, quando Roberto aveva piantato Tsubasa in asso.
Ancora non contento, Tsuby grida: "Guarda Roberto!" e parte come un matto con la palla al piede (gli sfigati lo guardano abbastanza perplessi), continuando a blaterare: "Guarda che tecniche ho appreso a partire dal nostro primo incontro! ... Palla... traversa... rovesciata!". Per i profani delle tecniche tsubasiane: ha tirato una "cannella" contro la traversa e ha fatto gol con rovesciata sul rimbalzo.
"Roberto, adesso la mia tecnica è praticamente perfetta!"
Tsubasa continua a pensare... "Grazie Roberto, lo devo ai tuoi insegnamenti, se sono arrivato a questo punto. È merito tuo se in Brasile sono diventato un professionista così rapidamente. Ti ringrazio Roberto!"
Dopodiché parla ad alta voce inchinandosi (mentre inizia a piangere): "Grazie per tutto quello che hai fatto per me!"
Roberto risponde a Tsubasa ancora inchinato: "questo è l’ultimo insegnamento che ti do! Guarda Tsubasa! Impara questo ora! "
A questo punto fa un tiro incredibile, che passa di fianco a Tsubasa, finisce in rete, la sfonda e se ne va nel cielo...

Di nuovo in Giappone, dove i nostri amici hanno un insegnante molto meno generoso di Roberto.
Gamo dà le istruzioni ai suoi sette "prediletti": allenamento mirato e solitario per correggere i loro errori; i primi a conoscere il loro triste destino sono Hyuga e Misaki.
Il buon Hyuga si allenerà per apprendere il "post play", ma non chiedetemi cos’è.
Misaki invece (a quanto ho capito), dovrà partire e girare il mondo ad osservare come giocano gli avversari, per poter aiutare Tsubasa quando torna.
I gemellini intanto dovranno apprendere il nuovo colpo della scimmia, Jito avrà a che fare con la "power defense", Soda dovrà perfezionare il suo tiro "Kaminri", imparando a curvarlo e, per finire Nitta deve imparare a tirare con entrambi i piedi, visto che un attaccante nano (che gentile) non può colpire di testa.
I ragazzi non sono molto d’accordo, ma Gamo ribadisce che questo è l’unico modo per arrivare a vincere il mondiale e che lui sta costruendo la squadra per il più grande centrocampista del mondo, il "pivot" ideale, Oozora Tsubasa!
I giocatori sono talmente sconvolti che non osano lamentarsi ulteriormente, ma quando vedono il nuovo campo d’allenamento, si preoccupano decisamente: in pratica è la fotocopia del campo militare di "Quella sporca dozzina".
L’unico a non preoccuparsi è Hyuga: "Niente di speciale", poi chiede a Gamo dove deve allenarsi, perché lui non si ritiene certo inferiore a Tsubasa e non vede l’ora di dimostrare il suo valore.
L’allenamento è davvero massacrante e, come se non bastasse, prevede anche delle "partitelle" con i "Real Japan 7". Dopo ogni partita sono tutti pesti e incerottati, ma Hyuga si allena anche di notte, perché questa idea di Tsubasa non gli va proprio giù.
Sul più bello arriva Matsuyama e subito litigano. Da quel che ne ho dedotto, Matsuyama dice a Hyuga che si sta comportando come uno scemo. Hyuga risponde con un cazzotto, ma Matsuyama gli chiarifica il concetto: in questo caso non contano i singoli, ma la vittoria finale della Coppa del Mondo, quindi non importa chi guiderà la squadra, ma vincere. Ciò non toglie che avrà tempo di dimostrare tutto il suo valore.
Hyuga capisce e lui e Matsuyama fanno pace, dopo 25 o 30 volumetti di odio malcelato (Matsuyama non gli aveva ancora perdonato di aver battuto la Furano 7 anni prima...).

Si torna in Brasile. All’aeroporto di Sao Paulo è atterrata Sanae. Prende un taxi e si fa portare a casa di Tsubasa: con orrore scopre che la camera è in vendita! Lei non può sapere niente, infatti, di quello che è successo tra Roberto e Tsubasa, per cui pensa ancora che i due abitino insieme; Tsubasa si è invece trasferito a casa di Pepe.
Prende subito un taxi e si fa portare allo stadio del Sao Paulo, nella speranza di incrociare il nostro eroe, ma niente da fare: il portiere le dice che la squadra è in tour e non ritornerà che dopo due giorni.
E qui si scopre che Sanae ha molto lavorato, ma poco guadagnato, perché il suo viaggio in Brasile dura solo due giorni e, dato che ormai è sera, non le resta che un giorno da trascorrere a Sao Paulo: dovrà ripartire proprio in concomitanza con l’arrivo dell’amato, senza averlo visto.
Sanae è moooolto depressa e alla sera piange nel suo lettino d’albergo. Il giorno dopo riprende lo stesso taxi e ritorna al campo d’allenamento; si siede sulla panchina e osserva depressa. Il taxista se la prende a cuore e l’accompagna fuori dallo stadio. Sanae gli chiede allora di farle almeno una foto davanti allo stadio.
Il taxista acconsente, ma proprio in quel mentre si vedono due schegge uscire, palla la piede, da un sottopassaggio attaccato allo stadio. Il taxista scatta e nella foto, insieme a Sanae, appaiono Tsuby  e Pepe!
Tsubasa poi urla qualcosa a Pepe e Sanae riconosce immediatamente la voce, così insegue i due fulmini fin dentro allo stadio con gli occhi pieni di lacrime; osserva l’azione fino al momento in cui Tsubasa fa uno splendido gol e poi urla con tutto il fiato che ha in corpo: "Tsubasa-kun!". Ciò che non era riuscito ai più grandi riesce a Sanae, Tsubasa resta a bocca aperta: "Sanae-chan?!"

Sanae non è disposta ad attendere oltre, corre verso di lui e lo abbraccia piangendo. Tsubasa non cede alla commozione, ma ha un sorrisetto decisamente compiaciuto e, soprattutto continua a tenere stretta Sanae con fare protettivo. Pepe commenta tutto soddisfatto: "Credo che oggi l’allenamento durerà meno del previsto..."
Dopo un po’ Tsubasa dice a Sanae che non la faceva così "delicata" da piangere tanto, ma lei, ormai sorridente, ribatte che è stato un periodo molto lungo.
Si scopre poi che Tsubasa non è partito con il resto della sua squadra, lo sponsor, in previsione dei mondiali giovanili, gli ha dato il permesso di rientrare in patria.
Ai due ragazzi non rimane quindi che godersi la giornata insieme, così si danno al turismo, usando Pepe come guida turistica e fotografo ufficiale. Nelle foto Sanae e Tsubasa sorridono molto e sono molto vicini, ma non si "toccano" ulteriormente.

In Giappone intanto ci si prepara per l’inizio delle partite valide per la qualificazione al mondiale giovanile. Il girone della squadra giapponese è molto dure e pone di fronte Giappone, Thailandia, Guam (famosa località nelle Marianne...) e Taipei.
Vediamo l’arrivo delle prime squadre in Giappone, dove è prevista una specie di cerimonia inaugurale; comunque non sono gli unici a giungere da lontano... finalmente anche Tsuby è tornato all’ovile.
I giornalisti si avventano su di lui come piranha, ma proprio mentre l’incaricato della federazione calcistica giapponese è riuscito a raggiungerlo per portarlo al luogo del ritiro, arriva una pallonata alla Hyuga, dall’altisonante nome di "Rolling spiker". Tsubasa si gira giusto in tempo per "pararla" e vedere la sfida: il pallone lo mandano i suoi prossimi avversari, i Thailandesi e sostengono le solite cose... vinceranno...
Arrivati alla federazione l’accompagnatore corre preoccupato da Gamo e Katagiri, ma Gamo è proprio l’unico a rimanere tranquillo. Lui sa cosa fare: dice di mandare a dire al "principe del sole" di tornare subito in Giappone. È il momento di Shingo Aoi.

Nel frattempo Tsubasa cerca i suoi compagni, ma trova solo i loro miseri resti; rinviene, infatti, una decina di cadaveri sdraiati per terra, laceri, sporchi e sanguinanti e in grado di salutarlo solo con rantoli che assomigliano vagamente alla pronuncia del suo nome.
Tsubasa è tanto più sconvolto in quanto non vede i 7 famosi desaparecidos. In suo soccorso arriva per fortuna Katagiri che gli spiega a grandi linee la situazione: i 7 sono partiti insieme per perfezionarsi individualmente.
Anche Gamo parla con Tsubasa: quello che stanno facendo è necessario per la vittoria finale. La parolina vittoria ha il solito effetto "doping" su Tsuby, che, da preoccupato che era, diventa un vero esaltato. Corre sul campo di battaglia e urla alla sporca dozzina: "Combattete, dobbiamo lottare per il nostro sogno! Vogliamo vincere la coppa del mondo juniores!"
La frase deve avere qualche effetto subliminale, perché i morti resuscitano e hanno anche la forza di gridare a Tsubasa il loro impegno.
Gamo è sconvolto, mentre Tsubasa sorride tutto contento.

Il giorno successivo iniziano le partite, e la Thailandia batte subito quelli del Guam per 12 a 0!. I giapponesi devono invece vedersela con quelli di Taipei.
I tifosi nipponici sono in grande spolvero e, per l’occasione, anche Sanae riesuma la vecchia tenuta da "combattente", tant’è che gli amici la prendono in giro dicendo che "Anego è tornata". La ragazza urla come una pazza e si è dipinta la bandiera jap sulla faccia. Tra il pubblico si è infiltrato anche Wakashimazu.
Tutti rimangono sconvolti quando vedono la squadra giapponese entrare in campo. I sette dispersi sono ancora tali e, a parte Tsubasa, tutti gli altri sono ricoperti da cerotti, bende e fasciature varie.
Volete la formazione? Eccovi accontentati: Morisaki - Misugi, Ishizaki, Takasugi, Kishida - Matsuyama, Tsubasa, Izawa - Sorimachi, Kisugi, Taki. Non so se notate che per i giocatori giapponesi il ruolo non esiste. Gli attaccanti fanno i difensori e viceversa.
La partita si fa subito molto dura e il quarto volume si chiude su una spettacolare rovesciata di Tsubasa che cerca di difendere la sua porta

Volume 5

Tsubasa deve comunque fare i conti con il resto della squadra che non ha ancora "ben assorbito" il carico di lavoro dei giorni precedenti, così non può fare più di tanto. Alla fine, nonostante Morisaki, i cinesi fanno un bel gol.
Non ottengono però l’effetto sperato, perché, come per tutte le squadre tipicamente giapponesi, se non si soffre non ci si diverte; dunque l’aver preso un gol è sinonimo di "sveglia", e i redivivi si levano bende e cerotti e partono all’attacco.
L’azione si conclude con il meritato gol di Tsubasa.
Gli spettatori, intanto, guardano interessati, mentre Katagiri, con una geniale mossa di accerchiamento, becca Wakashimazu e (che fa lo gnorri e asserisce di passare di lì per caso) gli comunica che se volesse potrebbe ancora scendere in campo, perché nessuno ha cancellato il suo nome dall’elenco dei nazionali... la maglia di portiere titolare (con riserva!) è sempre sua.
Anche i thailandesi assistono alla partita e si sentono, ovviamente, molto superiori, tant’è che promettono di fare almeno 10 gol quando affronteranno la repubblica di Taipei.
La scena si sposta adesso dalle nostre parti, cioè a Milano. Shingo si sta allenando come un pazzo, sognando di emulare i grandi campioni che militano nel nostro campionato di serie A. L’allenatore corre e gli porta un telegramma. È la convocazione per la nazionale.
Assistiamo anche ad alcuni ricordi di Shingo: ha avuto il grande onore di essere in squadra nella partita Inter - Juventus, ma ha perso miseramente. In ogni caso il suo idolo e mito è Gentile. Ognuno ha i suoi miti, dopotutto.
Nel frattempo è arrivato anche un giornale giapponese, in cui si riportano i risultati delle due partite di Thailandia e Giappone. Le due squadre hanno vinto tutti i rispettivi incontri, ma la Thailandia sembra avere una marcia in più in attacco, infatti i giocatori hanno mantenuto la loro promessa dei famosi 10 gol. Per inciso i giapponesi avevano poi vinto la partita per 2a 1 e battuto quelli del Guam per 4 a 0.

Si avvicina dunque l’ora dello scontro diretto e ci viene mostrato l’allenamento della squadra thailandese. Hanno dei metodi un po’ strani, perché non giocano a calcio, ma ad un gioco tutto loro, che pare aver grande successo in patria (e di cui loro sono campioni nazionali...). Innanzitutto usano una palla modificata e giocano su un campo che sembra da tennis e pallavolo insieme, colpendo la palla con i piedi; nel tempo libero danno calcioni a un sacco di sabbia fino a spaccarlo... Che sia calciotennis?
Ed eccoci negli spogliatoi con le ultime indicazioni tattiche per le due squadre prima dell’evento. Gamo vuole che i suoi stiano molto coperti in difesa, ma che siano anche pronti a scattare in contropiede. A questo punto le squadre entrano in campo, ma vediamo che sul tavolo dello spogliatoio nipponico è rimasta la maglia numero 20 (Gamo la guarda perplesso)
I tifosi sono pronti anche loro e Sanae ha tirato fuori la bandiera delle altre occasioni.
Anche stavolta lo sponsor ci offre le formazioni: per la Thailandia abbiamo... Wacharapon - Bunnaaku, Napa, Chawatana, Chachai - Tawan, Chaaremusuri, Somiritto, Fiaaran - Chana, Saakuun.
Per il Giappone: Morisaki - Misugi, Takasugi, Ishizaki, Kishida - Tsubasa, Izawa, Sano, Matsuyama - Kisugi, Sorimachi.

I thailandesi mostrano subito ciò di cui sono capaci. I giapponesi non sanno proprio come fare, neanche Tsubasa riesce a fermare i loro attaccanti. Sembra che abbiano la palla incollata al piede. Alla fine Takasugi risolve la situazione stendendo il primo thailandese che passa di lì con la palla, ma non è una grande idea, tanto più che l’arbitro non l’apprezza per niente e assegna la punizione ai Thailandesi. La barriera è foltissima e i thailandesi provano subito il loro colpo migliore, eseguito da Saakuun.
Si scopre ora che il pellegrinaggio di Misaki sta dando i suoi frutti, perché ha spedito una lettera ai nostri amici, per avvertirli della pericolosità degli avversari e specialmente di Saakuun, così Tsubasa e Ishizaki hanno avuto il tempo di organizzarsi e bloccano il lancio potentissimo con un tiro incrociato.
Tsubasa parte all’attacco e fa subito gol.
I giapponesi giocano benissimo e sembrano in grado di contenere la furiosa reazione degli avversari; purtroppo questi ultimi adesso decidono di usare la tattica numero due, così diventa subito chiaro a cosa serviva tirare calci al sacco... si tratta di un modo molto preciso per dare un calcio alla palla colpendo anche il calciatore avversario. In pratica ti danno una pallonata nello stomaco che ti arrivano i succhi gastrici nelle orecchie. L’arbitro naturalmente non interviene, perché si è colpita la palla e non il "nemico". Il primo a provare lo schemino è Tsubasa, che non gradisce più di tanto (neanche Sanae). Il resto della nazionale nipponica in questi casi non serve a niente, così i "cattivi" pareggiano.
Tsubasa è moolto irritato e si rialza chiedendo palla (i Thai sghignazzano), ma appena la tocca... gli somministrano un’altra dose della medicina e vanno a fare un altro gol. Ormai ci hanno preso gusto e il terzo gol segue immediatamente.
Wakashimazu sta praticamente fumando dalla rabbia e decide che è giunto il momento di fare qualcosa. Nel frattempo negli spogliatoi l’allenatore thailandese si sta fumando una sigaretta: è talmente sicuro della vittoria che andare in panchina è una perdita di tempo. Qualcuno però non è d’accordo con lui e glielo dice chiaro. Chi sarà?

Torniamo in campo. Ormai più che una partita è una battaglia; tutti cercano modi nuovi per fermare i thailandesi, ma non è che ci riescano molto. Andiamo allora negli spogliatoi. Chi ha parlato poco fa?
Ma sì! È lui, il SGGK! Non sapete chi è il "Super Great Goal Keeper"? è Genzo! Finalmente è arrivato!
Tsubasa comunque non demorde e Sanae trepida per lui. E fa bene. Accade a questo punto un fatto assolutamente strano.
Tsubasa possiede notoriamente alcune delle facoltà della Sacra Scuola di Hokuto, che ha apprese alla famosa Scuola Media Nankatsu... cioè è in grado di ripetere qualsiasi colpo di un avversario; anche stavolta procede in questa direzione, così calcia una legna terrificante nello stomaco di Saakuun. Purtroppo non ha fatto i conti con gli addominali mostruosi del sopraccitato. In effetti, la pallonata va a segno, rimbalza verso Tsubasa (allibito) che la prende di testa e cerca di proseguire, ma il tiro è talmente forte che Tsubasa si ferisce, cade, si accartoccia miseramente e sviene, mentre Saakuun va a fare il quarto gol (a 1). Wakashimazu non resiste più e si alza dalla tribuna e dichiara che giocherà, al diavolo il giuramento.
Tsubasa è portato fuori in barella, ma anche gli altri sono tutti pesti e sanguinanti.

Inizia ora il grande momento di Morisaki. Il nostro amico è preda di una clamorosa visione mistica: rivede la sua carriera calcistica dall’asilo in poi e decide che deve fare qualcosa, se non altro in nome di Tsubasa.
Tsubasa è intanto ancora svenuto, ma si risveglia al suono della voce di Genzo che lo invita a continuare a combattere. Tsubasa non se lo fa ripetere e si alza di scatto dal lettino (il dottore è un po’ perplesso), pronto a tornare in campo.
Proprio nell’attimo in cui Tsubasa e Genzo fanno il loro ingresso a bordo campo... Morisaki fa la parata della sua vita.
Incredibile ma vero è arrivato anche Mikami.

Così si conclude anche il quinto volume.

Volume 6

Continua la sfida con la nazionale giovanile tailandese Wakashimazu dagli spalti non riesce più a trattenere la voglia di entrare in campo, anzi afferra i guanti da portiere, ma come al solito arriva sempre tardi e a bordo campo si intravedono due giocatori pronti a giocare: il redivivo Tsubasa, con tanto di testa fasciata e il mitico S.G.G.K. Wakabayashi Genzo che nel frattempo è diventato grande e grosso quanto Jito Hiroshi (il nostro Yuma per intenderci) i due dovranno risollevare le sorti della partita: il Giappone sta perdendo per 4 a 1. Ed inizia un’altra musica gli acrobati tailandesi non riescono a penetrare le difese di Wakabayashi che non è abituato a mandarle a dire a nessuno ci pensa lui stesso e senza tante precauzioni. Tsubasa però non riesce a penetrare la difesa nemica e il pressing tailandese si fa ancora pesante nei pressi della porta giapponese.
Intanto qualcuno sta arrivando in taxi allo stadio... chi sarà mai? Le acrobazie di Wakabayashi continuano... fuori dallo stadio qualcuno cerca disperatamente di entrare, ma delle guardie lo trattengono: è Shingo Aoi, appena arrivato dall’Italia per unirsi alla nazionale. Grazie ad un provvidenziale intervento di "Capitan Harlock" Katagiri Munemasa, che gli consegna la maglia numero 20 (non vi ricorda un certo Paolo Rossi?), Shingo entra nello stadio. Un tiro respinto da Wakabayashi finisce fuori campo, è proprio Shingo a raccogliere il pallone. Sano Mitsuro cede il suo posto in campo al nuovo arrivato, che per gli altri non è che un perfetto sconosciuto tutti eccettuato Tsubasa che si ricorda benissimo di lui.
E si ricomincia... la musica cambia di nuovo, Shingo porta un gioco diverso dagli altri, divertente e frizzante, lascia sconcertati compagni e avversari, con la sua spontaneità e spericolatezza... si cimenta persino nel colpo "dell’esplosione del Monte Fuji" (Fujisan Daibakuhatsu), esegue uno spettacolare triangolo con Tsubasa e segna lasciando il portiere tailandese esterrefatto: 2-4. Fine del primo tempo. Le squadre vanno negli spogliatoi. Il Giappone ha riacquistato fiducia in se stesso dopo l’entrata in campo del "trio miracoloso", la Thailandia comincia invece a temere gli avversari.
Secondo tempo Shingo parte a raffica, ma il ragazzino alle volte è un po’ sbadato e nonostante gli strabilianti giochi di piedi si scorda il pallone da qualche parte... provvidenziale come sempre l’intervento di Tsubasa, scusate mi sono sbagliata, era Matsuyama, che non combina nulla, ma arriva Tsuby che con un dribbling perfetto salta un avversario, si prepara ad una rovesciata e colpisce il pallone in contemporanea con Shingo (questi tiri combinati cominciano a diventare una mania!): 3-4 ancora per la Tailandia. Tsuby e Shingo tornano di nuovo all’attacco... Intanto, molto distante, dall’Africa l’"esiliato" Misaki Taro si allena con dei nuovi amici ... a Okinawa Hyuga Kojiro ascolta la partita dalla radio, mentre si allena sulla spiaggia... i Thailandesi non lasciano spazio ai due attaccanti giapponesi, è giunto il momento di cambiare tattica, ecco che Misugi Jun lascia l’area di difesa e si sposta all’attacco, Tsubasa passa all’indietro proprio all’ex-cardiopatico, che esegue un tiro formidabile, peccato che sia troppo angolato, ma inaspettatamente il pallone entra in porta dopo aver deviato la traiettoria. Sì, è proprio lui! Misugi ha eseguito il Drive Shoot di Tsubasa! 4 pari.
La Thailandia non si dà per vinta e contrattacca, con i suoi tiri acrobatici. Wakabayashi "salta ovunque" Genzo fa quello che può, ma il goal sembra inevitabile, invece all’ultimo istante arriva Shingo che "para" di testa e si sfracella sul palo della porta (anche questa scena mi sembra di averla già vista, non è che Shingo cerchi di portare via il posto in squadra a Misaki?). Niente paura a parte un po’ di sangue in fronte, nulla di grave, anzi Aoi riparte subito all’attacco. Intanto Matsuyama passa a Tsubasa, a cui, causa marcatura troppo stretta e violenta, sfugge il pallone, ma prontamente recupera Shingo, che tira letteralmente in mezzo alle gambe del portiere, ma il tiro è intercettato da un difensore. Velocissima rimessa laterale di Takasugi Shingo a favore di Tsubasa, che esegue un tiro da fuori area, ma tre difensori sono già pronti a respingere il pallone. Eppure il tiro cambia improvvisamente direzione e curva verso Aoi, che segna di rovesciata, con tanto di rimbalzo del tiro sul terreno. Arriva il fischio dell’arbitro: il Giappone ha vinto per 5 a 4.
Il giorno seguente, Tsubasa è pronto per ripartire per il Brasile, all’aeroporto Ozora e Sanae incontrano la nazionale tailandese che sta per rientrare in patria. Questa volta è Tsubasa che lancia loro un pallone con un messaggio di ringraziamento.
Sulle spiagge di Okinawa intanto, Hyuga Kojiro corre con il pallone, mentre una ragazza compare all’orizzonte. Chi sarà mai? La risposta nel settimo volumetto.

Volume 7

Siamo ad Okinawa ed il capitano della Toho si sta allenando in esilio, in attesa della rivincita con la squadra RJ7... la sconfitta e le parole dell’allenatore Gamo Minato bruciano ancora nell’orgoglio di Hyuga, che sta cercando di trovare un nuovo tiro micidiale (uno "shin hitsusatsu shoot"), ma le idee scarseggiano... Takeshi va a trovarlo, ma niente, Kojiro vuole essere lasciato in pace, da solo e con la sua palla medica (non vale allenarsi con un normale pallone da calcio) e la sua scorta di Coca Cola (pubblicità occulta?). L’incontentabile non trova di meglio da fare che tirare la palla medica contro la rete di un campo da baseball. Ma da dietro arriva una voce che lo rimprovera, e una aitante ragazzina per ripicca svuota la sua Coca Cola per terra. Hyuga cerca di ribattere, ma si vede arrivare in piena faccia un guantone da baseball. La "selvaggia" altri non è che Akamine Maki, capitano della squadra di softball del luogo che "invita" il sorpreso Kojiro a prendere i suoi lanci. Hyuga non se la cava male, a dire il vero... almeno fino a quando Maki non comincia a fare dei tiri ad effetto... due li prende, ma il terzo gli strappa letteralmente il guantone di mano... Hyuga subisce una folgorazione: Maki per effettuare il lancio ad effetto ha piegato il gomito in un modo particolare... se fosse possibile applicare questo sistema anche al calcio? Hyuga euforico afferra Maki per le spalle, ha trovato il nuovo tiro micidiale! La povera Maki è sconvolta da un "contatto così ravvicinato" con il per lei sconosciuto ragazzo col codino (è estate e Hyuga ha deciso di raccogliersi i capelli), ed il suo cuore comincia a battere in un modo strano!
Nel frattempo al centro di allenamento della nazionale giapponese fanno la loro ricomparsa i membri della RJ7: Hino Ryuma, Yumikura Nobuyuki, Sakaki Yuuji, Okano Toshiya, Yoshikawa Kooji, Michel Yamada e Urabe Hanji (Morris).
A scuola Maki si appropria di un giornale sportivo di un suo compagno su cui campeggia un articolo speciale su Hyuga Kojiro, ha finalmente capito chi è il misterioso ragazzo che ha incontrato sul campo da baseball. Ritaglia la foto dell’articolo e da ora in poi la porterà sempre con sé modello santino.
Hyuga intanto si è ritirato nel bosco lì vicino e si allena a tirare palle mediche contro un albero: ne ha già scoppiate quattro, altrettante sono le paia di scarpe distrutte... vi risparmiamo la descrizione del moribondo.
A "valle" si sta per svolgere una partita di softball tra la squadra di Maki e quella di un’altra scuola superiore... il pensiero di Maki va al povero Hyuga: lei sa benissimo come si sta allenando Kojiro essendo andata a trovarlo di nascosto (su suggerimento di Takeshi) ed avendolo trovato stremato mentre tirava la palla medica, facendo finta che la sua gamba destra fosse un arco e la palla la freccia. Maki aveva riconosciuto la tecnica del suo lancio (che copione!). Non vi dico come è conciato l’albero contro cui Hyuga sferra i suoi tiri.
La partita di softball comincia e le cose vanno bene per la squadra di Maki. Intanto Hyuga, per facilitarsi le cose, ha posto due ostacoli davanti all’albero: il primo più alto ed il secondo più basso. Secondo la mente bacata di Kojiro la palla dovrebbe passare sotto il primo ostacolo e sopra il secondo, per poi continuare la sua corsa ascendente verso l’albero. Le condizioni atmosferiche cominciano a cambiare, si avvicina un temporale e le cose per la squadra di Maki volgono al peggio: le avversarie riescono a ribattere il suo tiro ad effetto. Nel bosco Hyuga tira la palla medica che passa sotto il primo ostacolo, poi sopra il secondo, descrive una parabola ascendente ed infine si schianta contro l’albero proprio contemporaneamente ad un tuono che passava lì per caso e che sempre casualmente colpisce l’albero spezzandolo in due. Non crederete mica che sia stato il tiro di Kojiro a spezzarlo?! Hyuga emette un urlo liberatore: Raijyuu Shoot! Tuono Bestiale, il nuovo tiro micidiale di Kojiro.
Tutto baldanzoso sotto la pioggia, Hyuga va al campo di baseball, dove trova Maki piangente perché ha perso per 19 a 0. Arrabbiata ed irata con Kojiro perché non è venuto a vederla, la ragazza si getta con i pugni contro il petto di Hyuga, certo non avvezzo a simili situazioni. Sorpreso, ma non molto, visto che comprende benissimo la disperazione di Maki per la sconfitta subita (lui ne ha di esperienza a riguardo), le mette una mano sulla testa e le accarezza i capelli, dicendole teneramente "piangi pure". E chi lo avrebbe mai detto che Hyuga ci sapeva fare con le ragazze? Certamente se la cava meglio di quel pesce lesso di Tsubasa.
Cambio di scena... i gemelli Tachibana si stanno preparando per ritornare al ritiro della nazionale, hanno passato il loro periodo di esilio forzato in montagna, e mentre contemplano il paesaggio che li ha ospitati, una voce li chiama, avendoli riconosciuti come i famosi giocatori della nazionale. Si tratta di una nuova faccia all’interno del manga (una sorta di macchietta), tale Ide Tamotsu. Takahashi non deve aver usato molta fantasia nel caratterizzarlo: prendete la faccia di Tsubasa o Shingo e mettete al posto degli occhi due puntini ed otterrete Tamotsu. Dimenticavo di dirvi che ha sempre un’espressione di persona molto sveglia.  Tale sveglione si rivela essere un ex compagno di scuola di Shingo Aoi e per questo si aggrega ai gemelli Tachibana.
Ad Okinawa Hyuga e Takeshi si congedano dal loro vecchio allenatore e prendono l’autobus per tornare a Tokyo. Guardando fuori dal finestrino, Hyuga vede Maki riflessa nello specchietto mentre corre dietro all’autobus. Kojiro saluta un Takeshi allibito e scende alla fermata successiva lasciandosi raggiungere da Maki. La ragazza lo ha rincorso perché vuole consegnargli il suo "senbetsu" (leggi regalo d’addio): una lattina di Coca Cola (di nuovo con la pubblicità occulta). Solo che a causa della corsa, appena aperta la lattina, Hyuga si ritrova lavato dalla testa ai piedi. Dopo una sorsata le passa la lattina e continuano a parlare in riva al mare di Okinawa.
Al ritiro della nazionale gli esiliati cominciano a fare la loro ricomparsa: arrivano Jito Hiroshi, Nitta Shun e Soda Makoto, seguiti a ruota dai gemelli Tachibana, accompagnati da quello sfigato di Tamotsu, che riabbraccia dopo tanto tempo il suo amico Aoi. La piacevole conversazione è però interrotta da una palla medica lanciata con forza immane... chi altri può essere stato se non Kojiro, seguito dal fido Takeshi. Jito lancia a Hyuga la maglia numero 9 (dove ce l’avesse nessuno lo sa), ma sorprendendo tutti, Kojiro strappa di mano l’altra maglia che Hiroshi teneva stretta e la "calcia" con la palla medica in direzione di un nuovo arrivato: la maglia è la numero 11 ed il predestinato altri non è che il mitico Misaki Taro! Che blocca la palla al volo. Ora ci sono tutti: la sfida con gli RJ7 può incominciare.

Un problema nasce spontaneo: la squadra degli esiliati non ha un portiere, si sacrifica all’occorrenza Masao Tachibana, uno dei due gemelli (quanto ad acrobazie può essere benissimo paragonato a Wakashimazu ed a Wakabayashi), e non se la cava nemmeno male, visto che fa subito una bella parata. Rimessa in gioco e palla per Misaki, tutti hanno notato che il suo modo di giocare è molto maturato ultimamente, merito dei numerosi viaggi in Cina,  Europa, Africa ed America Latina che ha fatto durante il suo esilio forzato. Misaki si sta divertendo con la palla, pensando a quanto voglia bene al suo migliore amico, cioè il pallone (per chi ancora non lo sapesse). La qual cosa fa innervosire un avversario, che vorrebbe entrare in possesso della palla. Con un sorriso estatico, Misaki prima gli tira il pallone, con meraviglia di tutti, questi però appena rimbalza sul terreno ritorna verso Taro stesso, che si fa cosi beffa dell’avversario e passa a Soda, il passaggio è precisissimo, lo stesso Gamo ne ammira la millimetricità. Soda dal canto suo durante l’esilio si è allenato a fare cross in area e tira, Kojiro intercetta e passa a Jito che stava sopraggiungendo da dietro: è goal. Gamo è strabiliato dal repentino cambiamento dei sette esiliati. Hino Ryuma non si lascia sorprendere e segna subito il goal del pareggio, ma Misaki rincuora tutti (della serie "gli dà una carica!"), passa la palla a Kazuo Tachibana, che dribbla tutti con "la mossa della scimmia di montagna" e "il balzo dello scoiattolo". Evidentemente il soggiorno montano ha lasciato i suoi effetti. Con un "kuchuupass" (leggi "passaggio aereo") Kazuo esegue una capriola volante per Soda, che a sua volta ribatte per Nitta, che ha rafforzato i muscoli delle gambe dando calci ad un pneumatico legato ad un palo (questi giapponesi le inventano proprio tutte). Grazie a questo riesce ad prendere di prima il passaggio di Soda ed a fare partire subito il suo Hayabusa Shoot (il tiro del falco): 2-1 per gli esiliati. Anzi 2-2, perché Hino pareggia subito e provoca Hyuga: sarà lui a rubargli il posto in squadra. Kojiro non si lascia certo intimorire e dice a Misaki di passare a lui subito dopo la ripresa del gioco: è giunto il momento di dar prova delle sue nuove potenzialità. Misaki passa a Hyuga, che da centrocampo si prepara a tirare. Tutti lo credono impazzito: è impossibile segnare da quella distanza! "Questo è il mio nuovo tiro micidiale!", urla calciando la palla con immane potenza, dopo aver letteralmente disintegrato una striscia di erba del terreno di gioco. "Raijyuu Shoot!"... neanche a dirlo il pallone fora la rete della porta ed il portiere non è riuscito a muovere un dito (piccola nota aggiuntiva dell’ultimo momento: mentre tutti stanno ancora cercando la mascella che è caduta loro a terra, in una microscopica vignetta si vede il proprietario della capanna, vicino alla quale Hyuga si è allenato, osservare allibito il suo povero albero abbattuto!).
Siamo 3-2 per gli esiliati, che ricaricati dal nuovo tiro di Hyuga Kojiro non lasciano spazio agli avversari, tanto che Hyuga può segnare con un altro Raiyuu Shoot e fare un altro buco alla porta sfondando quasi la rete di protezione, posta dietro alla porta stessa. Poi è il turno di Misaki, Nitta, Soda, Kazuo Tachibana, ... fino a raggiungere un risultato di 10 a 2... a questo punto l’allenatore Gamo trova opportuno far smettere il gioco: sembra evidente quale sia la squadra più forte. Gli esiliati vengono reintegrati in nazionale ed i giocatori della RJ7 possono tornarsene a casa, anche se hanno dimostrato di poter facilmente togliere il posto in squadra agli altri, che quindi non devono adagiarsi troppo sugli allori.
Ormai è tempo di prepararsi per le eliminatorie del girone asiatico. Due sono i gruppi previsti, ognuno composto di cinque squadre: i gruppo A comprende la Korea, il Kuwait, la Siria, l’Irak e l’Indonesia; il gruppo B il Giappone, l’Arabia Saudita, la Cina, l’Uzbekistan e gli Emirati Arabi Uniti. Solo in quattro passeranno alla fase successiva del girone, ossia alle semifinali.

Durante tutto questo tempo Tsubasa si è allenato a Santos in Brasile, ma il bello è vedere come?! Il buon Ozora non ha trovato di meglio da fare che farsi influenzare dalla mente bacata di Kojiro. Infatti da un pontile in riva al mare, Tsubasa si è allenato a tenersi prima in equilibrio su dei pali conficcati in mare (vi ricordate Karate Kid?) e poi a saltare di palo in palo, considerando i pali come avversari, logicamente il tutto con il pallone sempre dietro o sarebbe meglio dire davanti, perché vedete, quando i pali sono finiti Tsubasa lancia un tiro contro le onde.

La fase successiva delle eliminatorie si svolgerà in Indonesia, ed è qui che Tsubasa raggiunge i suoi compagni della nazionale. Al suo arrivo tutti rimangono allibiti, perché il bel faccino di Ozora è rovinato da numerosi graffi (evidentemente qualche volta non centrava il palo).

Bene! Il Campionato Mondiale Under 19 (voi ne avete mai sentito parlare? Io no!) può iniziare, la prima partita del Giappone è contro l’Uzbekistan. La compagine nipponica schiera: in porta Wakabayashi, difensori Soda, Misugi, Jitoo, Ishizaki, centrocampisti Matsuyama, Misaki, Aoi, Tsubasa, attaccanti Hyuuga e Nitta (direi un 2-4-4). Lo stesso modulo prevede anche la squadra avversaria.
Inizia la partita, subito il capitano uzbeko, Zanghiuff, è in possesso di palla, ma Tsubasa cerca di sottrargliela, lo scontro è violentissimo e Tsubasa rotola metri più in là, portandosi via anche il pallone. Ozora passa subito a Misaki che era lì vicino per caso, e che si mette a schivare gli avversari come se fossero gli alberi della giungla: giuro che questa non è una battuta, in una vignetta si vede Misaki che con la divisa della nazionale corre in mezzo alla giungla ricordando il suo allenamento. Taro passa a Hyuga, che vorrebbe provare il suo tuono bestiale, ma l’allenatore gli ha consigliato di tenerlo in serbo per partite future, così passa a Nitta, che però manca il passaggio, ma da dietro giunge Aoi gridando: "Ecco il semaforo verde non stop Shingo Aoi"... detta così non fa ridere per niente, ma dovete sapere che in giapponese semaforo si dice "shingo" e verde "aoi" (anche se in realtà sarebbe azzurro, ma si sa che i giapponesi sono particolari), e quindi in realtà urla una cosa come: "Non-stop ao shingo Aoi Shingo da!". Manco a dirlo che dopo tutta questa disquisizione filosofica sull’ermeneutica della lingua giapponese il nostro Semaforo Verde/Blu segna il primo goal per il Giappone.

Volume 8

Gli Uzbeki sembrano non aver molto digerito il goal, anche perché Shingo se ne vanta non poco, e il morale della nazionale giapponese va alle stelle. Gli avversari vogliono dimostrare di non essere da meno e cominciano a prendere d’assalto la porta nipponica... stranamente sembra che la difesa giapponese sia andata a prendersi una vacanza alle Hawai, perché il povero Wakabayashi deve vedersela prima con un potente tiro del capitano uzbeko, che respinge di petto, nonostante avesse tutto il tempo di prenderlo a due mani, e che ribatte subito per Nitta, che però sbaglia l’aggancio e si fa fregare il pallone da un avversario che tira a sua volta in porta. Wakabayashi anche in questa situazione respinge con i  pugni.... che Wakabayashi risenta ancora dell’infortunio alle mani? Se ne accorge perfino Hyuuga, che dà una strigliata ai suoi compagni: bisogna impedire che gli avversari arrivino così vicino alla porta. Genzo ringrazia mentalmente Kojiro... la nazionale riacquista fiducia e gli Uzbeki non vedono la palla per un po’: Ishizaki, Matsuyama e Tsubasa, che lancia uno sguardo da intenditori a Misaki: è il momento della Coppia D’Oro! I due miti superano tutta la difesa avversaria, poi Ozora passa a Soda che effettua un cross con effetto per Hyuga, che a sua volta colpisce di testa e segna il 2 a zero. Ormai la partita non ha più storia, si è capito benissimo chi è il più forte: segna perfino Nitta. Anche Shingo non  vuole essere da meno, per questo si dà ad uno dei suoi soliti numeri di acrobazia gratuita: praticamente è ovunque, solo che si rimedia pure una ammonizione per un’entrata “su caviglia dell’avversario” poco pulita. Il Giappone è così sicuro della vittoria che sostituisce Wakabayashi con Morisaki (devono proprio essere molto sicuri). Ed arriva il fischio dell’arbitro: il Giappone ha vinto.
Ora il volumetto subisce una piccola accelerata: ci vengono fatte vedere delle brevi trance di partite e il tabellone riassuntivo: vi assicuro che per capirlo c’è bisogno di una laurea in statistica. La Cina, che dispone di un capitano in grado di compiere un balzo di due metri da terra, batte gli Emirati Arabi Uniti. L’Arabia Saudita batte l’Uzbekistan per 3 a 0 e il Giappone gli Emirati Arabi per 6 a 0. Ci hanno risparmiato l’agonia della telecronaca di una partita!

Che, credevate che le cose si fossero velocizzate per sempre? Volete che Captain Tsubasa rinunci a quello per cui è diventato famoso e leggendario, vale a dire alle sue interminabili partite? Vi siete illusi per niente! E preparatevi alla telecronaca della partita tra Giappone e Arabia Saudita. Il capitano degli arabi è tale Mark Owailan, con tanto di turbante in testa... (l’unico della sua squadra!), che viene soprannominato “il bambino prodigio”. Appena iniziata la partita si presenta difficoltosa: gli arabi sono abilissimi a tenere il possesso di palla ed a fregarla agli avversari: ne fa le spese perfino la unica inimitabile Coppia D’Oro, l’asse Ozora-Misaki, che si vede intercettato un passaggio proprio da Owailan. Tragedia! Com’è stato possibile? Il capitano arabo vola in porta e neanche Misugi riesce a fermarlo (strano ma vero)... grande sconcerto globale! Cioè praticamente l’arabo si butta in avanti fino a toccare quasi terra, contemporaneamente dà un colpo al pallone a mo’ di pallonetto, Owailan esegue poi una capriola in avanti e si rialza recuperando il pallone al volo e lasciando Misugi in stato post-operatorio. Ora solo Wakabayashi è in grado di difendere la sua porta. Owailan tira non appena ritorna in possesso di palla, ma Genzo è già pronto a parare il tiro: ed infatti lo respinge di pugno. Ma Owailan recupera il pallone eseguendo una rovesciata e inaspettatamente sorprende il SGGK e segnando! That’s incredible!
Il Giappone cerca di rimediare, ma gli avversari non lasciano spazi: la loro difesa richiama la strategia di un animale del deserto. Ad essere sincera, non sono riuscita a capirla molto bene. Da quanto ho potuto intuire tale animale che per la verità assomiglia molto ad uno scarafaggio e scava delle buche nella sabbia (è un topo del deserto), si nasconde sul fondo di una di esse e quando una preda cade nella buca, questa non riesce più a risalire perché la buca si trasforma in sabbie mobili e lo scarafaggio del deserto si pappa la preda. Questo mi è sembrato abbastanza chiaro, il problema è come gli arabi lo applicano al calcio: sembra che eseguano i passaggio in modo da evitare di cadere nella buca e che il giocatore avversario giochi il ruolo dello scarafaggio... Pare che il sistema funzioni perché i giapponesi non riescono a toccare palla! Shingo non ne può più così si avventa sul capitano arabo e rimedia un’altra ammonizione. A questo punto dovrebbe essere espulso, essendo già la seconda che prende, invece rimane in campo (che regolamento applicheranno?). Questa volta è Tsubasa che parte alla riscossa, ma viene bloccato da 85 avversari, prontamente arriva Misaki che dà man forte ed entra in possesso di palla, ma anche lui viene bloccato anche se riesce comunque a ripassare a Tsubasa, che tocca per Aoi, che si ritrova a fronteggiare niente popò di meno che Owailan! Incredibile riesce a scartarlo ricordandosi degli insegnamenti di Gullit! (Vedi speciale alla fine dell’ottavo volumetto). Ora rimane solo il portiere, che atterra Shingo fuori area rimediandosi un’ammonizione! E’ calcio di punizione in favore del Giappone. Ozora, Hyuga, Matsuyama e Misugi stanno decidendo chi tra di loro tirerà la punizione. Sorpresa tra i quattro litiganti il quinto gode: tirerà Misaki. Piccolo flashback sulla triste infanzia di Misaki. Forse non tutti sanno che Misaki vive con il padre perché la mamma se ne è andata via e si è anche risposata. Prima di andare in Francia con il padre, Misaki era andato nella nuova casa della madre, dove in teoria doveva rimanere (poi sappiamo che ha deciso di andare via con il babbo), ma vedendo sua madre da distante che parlava con la sua sorellastra, Misaki aveva capito che si sentiva più legato a suo padre e che sua madre ormai si era costruita un’altra vita. Misaki era rimasto in Francia per tre anni, al suo rientro era tornato dei vecchi amici, rioccupando anche il suo posto nella Nankatsu ormai orfana di Tsubasa (doveva esserci qualcuno che risollevasse le sorti di quella squadra sfigata). Alla fine di una partita vinta dalla Nankatsu, Sanae avverte Misaki che fuori dallo spogliatoio una ragazza lo sta aspettando. Taro non sa di chi si possa trattare. La ragazza gli fa le congratulazioni per la vittoria e gli regala un mazzo di fiori. Misaki ringrazia impacciato. La ragazza si presenta come Yoshiko, figlia di Yamaoka Yumiko (il nome da risposata di sua madre). Yoshiko non è altri che la sua sorellastra, che ha scoperto da poco di avere un fratello e non sapendo niente di lui, ha pensato di conoscerlo personalmente. Da quel momento Misaki è rinvigorito dal ritrovato affetto della sorellina e dal suo “esilio” in giro per il mondo comincerà a scriverle delle lettere. Nel suo soggiorno in Camerun, Misaki ha però imparato anche qualcosa di nuovo, che si accinge ora ad applicare al suo calcio di punizione. Ritorniamo quindi alla partita.
Misaki sta per tirare, sembra improbabile che possa battere di prima, infatti Kojiro, Tsubasa, Matsuyama e Misugi sono pronti a ricevere il pallone. Invece Misaki tira proprio direttamente in porta con sorpresa di tutti! Il pallone descrive una parabola evitando la barriera ed è goal! Misaki ha eseguito il suo tiro micidiale: il “boomerang shoot”!
Gli arabi non di danno certo per vinti e sferrano il loro contrattacco, ma nonostante arrivino vicino alla porta giapponese non riescono a segnare. L’allenatore arabo decide allora di far scendere in campo la sua arma segreta: Barukan, un energumeno che fa paura perfino a Jito Hiroshi! La sua funzione è quella di fare da “centravanti di sfondamento”, infatti appena ricevuto pallone da Owailan, distrugge la difesa giapponese, disseminandone i pezzi qua e là. Solo Wakabayashi può ora fermarlo: c’è uno scontro tra capoccione del Bud Spencer arabo e il pugno di Genzo. Barukan ha la meglio ed il pallone sembra entrare in porta, ma fortunatamente arriva Ishizaki che devia la palla. Purtroppo Owailan è pronto a riceverla, Ishizaki è a terra e Genzo sta tentando di rientrate disperatamente, ma rischia di non farcela. Con un lampo di genio, colpisce la palla a mezz’aria con il pugno e la sbocca sulla schiena di Ishizaki, modello “tra incudine e martello”, sedendosi letteralmente sopra il povero Ishizaki, che ormai si sa è abituato a prenderle da tutti. Il risultato è fermo sull’1 a 1 e il primo tempo è terminato. Le squadre vanno agli spogliatoi. Genzo si rincolla le mani con l’attack, mentre l’allenatore Gamo dice a Hyuga di tentare il suo Raijuu shoot nel secondo tempo. Tsubasa cade dalle nuvole perché non ne sapeva niente e i suoi compagni fanno un rapido riassunto della partita contro i RJ7.
Secondo tempo... si ricomincia. Bakukan si fa subito pericoloso e tira in porta, ma il SGGK respinge di pugno e Tsubasa blocca il pallone con il piede: ora si parte alla riscossa! Presto detto, presto fatto. Ozora parte come un fulmine, salta Bakukan ed una cinquantina di altri avversari, en passant ha un contatto mentale con Misaki. Ora si trova ad affrontare Owailan: Tsubasa di volta di scatto e lancia il pallone in alto, Owailan salta e lo colpisce di rovesciata, ma il capitano arabo non si è accorto del sopraggiungere di Misaki da dietro che gli ruba la palla al volo e la passa a Tsubasa, che ritira a sua volta... Shingo è sulla traiettoria del tiro, ma una voce gli ordina di lasciar stare: il passaggio è per Hyuga! Kojiro fa partire il suo Tuono Bestiale! Resoconto dei danni: porta bucata, striscia di terreno di gioco senza erba, portiere arabo in preda di una crisi epilettica. Il Giappone conduce ora per 2 a 1. Tsubasa colto da immensa ammirazione per Hyuga, lo abbraccia sollevandolo da terra. Gli arabi sono interdetti e Gamo ne approfitta per effettuare una sostituzione: esce Nitta ed entra Sano. L’idea è quella di sfruttare la coppia della Hirado Sano-Jito (Sandy-Yuma). La cosa sembra funzionare perché la difesa araba non riesce ad opporre resistenza. Dopo numerose acrobazie del piccolo Sano, questi passa a Tsubasa. Kojiro è però marcato da tre uomini e non sa come liberarsi. Ozora tira, la palla rimbalza sul terreno e cambia direzione e va dritta tra le gambe di Kojiro che nel frattempo si è liberato dai suoi carcerieri ed è di nuovo Tuono Bestiale! Questa volta Bakukan si mette in mezzo e sembra poter bloccare il tiro di pancia... invece no: il tiro è troppo potente e spinge l’arabo dentro la porta con il pallone: 3 a 1 per il Giappone.

Qui si chiude il volumetto n°8. A dire il vero alla fine si inserisce una storia parallela di quando Shingo Aoi si trovava ancora in Italia, in cui Shingo incontra niente popò di meno che Ruud Gullit che gli insegna un modo per schivare un avversario.

continua