Come gia' spiegato in altre parti di questo sito , la
WORLD YOUTH HEN (serie dei campionati mondiali giovanili) è la nuova
serie manga dedicata a Captain Tsubasa.
La serializzazione del manga è ripresa nel 1994
e si è conclusa nel 1997
Comunque, dicevamo, la storia narrata in questa nuova serializzazione è molto semplice: sono gli sforzi disumani compiuti dai giocatori giapponesi per arrivare a conquistare la Coppa del Mondo ai Campionati Giovanili di Calcio.
Si può esordire dicendo che il primo volume della
nuova serie di Captain Tsubasa, ci ha lasciato un po’ l’amaro in bocca,
perché il nostro eroe entra in scena solo nelle ultime pagine.
Quasi tutto il volume è infatti dedicato ad un
nuovo personaggio destinato a svolgere un ruolo importante nella nazionale
giapponese sto parlando di Shingo Aoi (Rob Danton), un quindicenne molto
dotato per il calcio, soprannominato "Principe del Sole", e non si tratta
di una traduzione dal giapponese, perché il nostro piccolo eroe
anche se giapponese di nascita, trascorre due anni in Italia, a Milano
precisamente.
Il manga si apre con delle scene tratte da un partita
tra Giappone e Iraq, svoltasi 28/10/1993, finita 2-2.
Cambio di inquadratura siamo a Milano, il piccolo Shingo
tenta invano di entrare nelle sedi del Milan e dell’Inter, ma con scarso
successo. Dopo varie peripezie, aiuti insperati, lavori faticosi (come
il lustrascarpe) Shingo approda al vivaio dell’Inter, anche se dalla porta
di servizio e in modo molto rocambolesco, ed inizia una dura lotta per
farsi accettare dai compagni italiani che si divertono a prenderlo in giro,
soprattutto per la sua bassa statura. Dai ricordi di Shingo apprendiamo
che anni prima il ragazzo aveva affrontato la Nankatsu di Ozora Tsubasa
seconda versione.
Neanche a dirlo, aveva ricevuto una bella batosta dal
caro Tsuby (11-0 il risultato finale). Shingo ne era uscito molto abbattuto,
ma caso volle che il ragazzo incontrasse Tsubasa poco prima della partenza
per il Brasile (mi sono dimenticata di dirvi che Tsubasa ha finalmente
coronato il suo sogno di raggiungere Roberto in Brasile), e che salutandolo
questi lo riconoscesse (benché secondo Shingo fosse impossibile
che Tsubasa lo ricordasse). In quell’occasione Tsubasa regala a Shingo
tre monete che il ragazzo continua a portare al collo dentro un sacchetto:
25 cents americani, 10 franchi francesi e 100 yen giapponesi. Se a qualcuno
fosse sfuggita l’allusione, mi prodigherò a illustrarvi l’elaborata
metaforicità della mente tsubasiana. Ebbene le tre monete rappresentano:
i cent i campionati mondiali svoltisi negli States nel 1994, i franchi
i campionati che si sono svolti in Francia nel '98 e gli yen i campionati
in Giappone del 2002. E’ a questi ultimi che Tsubasa dà appuntamento
a Shingo.
La promessa del calcio che ama portare la maglia "alla
Baresi" nella sua militanza all’Inter giovanile si trova ad affrontare
anche la Juventus.
La storia si sposta poi in Brasile, finalmente, dove incontriamo
Tsubasa pronto ad iniziare la sua prima partita con il Sao Paulo. L’immagine
ce lo presenta fermo a centrocampo. A questo punto c’è un breve
flashback del suo arrivo in Brasile, del suo incontro con Roberto e della
selezione per entrare nel Sao Paulo. La selezione è molto dura e
consiste in una partita tra i gruppi di aspiranti giocatori. Tsubasa è
tutto contento e tirato a lustro; si guarda attorno e si rende conto che
gli altri giocatori lo guardano male: cosa ci fa un ragazzino giapponese
lì in mezzo?
Lui vorrebbe anche "socializzare", ma il primo con cui
ci prova, Pepe, per poco non lo morde. Tsubasa allora lo guarda bene bene
e vede che ha calze e scarpe tutte rammendate, mentre lui è vestito
di nuovo e le sue scarpette luccicano. A Tsubasa danno il numero
18, ma appena tocca la palla Pepe gliela frega (vorrei far notare che Pepe
gioca nella stessa squadra di Tsubasa) e parte come una scheggia in dribbling.
Chiaramente gli prendono la palla, che però è recuperata
dal nostro eroe; Tsubasa parte a tavoletta e gli altri neanche lo vedono...
giunto davanti alla porta però, passa la palla proprio a Pepe, che
fa gol. Tsubasa esulta e salta in groppa all’"amico"! Pepe non sa
più da che parte guardare, ma ormai ammira Tsubasa e accetta la
sua amicizia. In ogni caso Tsubasa subito dopo fa un altro gol urlando
che vuole diventare il giocatore numero uno del mondo, tra lo stupore degli
astanti e la commozione di Roberto che ripensa al passato.
Ma tornimo alla partita vera, Sao Paulo contro Flamenco:
lo sconosciuto Tsubasa porta la sua squadra in vantaggio i tifosi del Sao
Paulo giubilanti inneggiano a Tsubasa. La palla intanto viene raccolta
dal numero dieci del Flamenco, il famoso Carlos Santana, che non sembra
molto soddisfatto.
Subito Tsubasa viene intervistato da un poveraccio (durante
la partita?) che ancora non sa in che vespaio si è andato a cacciare,
perché Tsubasa dichiara convinto: "Soccer ball wa ore no daizina
tomodachi!", cioè "Il pallone è il mio migliore amico!!!".
Lampante, no?
Intanto, dato che la partita viene trasmessa via satellite
anche in Giappone, c’è una panoramica su parenti e amici del noto
ciuffo con i loro migliori auguri per l’emigrato.
Così si conclude il primo volume.
Volume 2
La presentazione di Carlos Santana è tutta un programma:
proprio sulla prima pagina ci viene detto che lui è "Kami no ko",
cioè il "Figlio di Dio", il che all’inizio è un po’ sconvolgente,
ma poi, per fortuna tutto si chiarisce: è un trovatello; per la
precisione il custode di uno stadio lo trova in mezzo al campo e lo cresce
come fosse figlio suo. In ogni caso, visto le cose che fa con la palla,
anche il primo pensiero non era poi del tutto fuori strada.
Al riprendere del gioco Santana è discretamente
irritato e dimostra tutte le sue geniali qualità: Tsubasa prova
a fermarlo, ma Santana lo salta come fosse uno qualsiasi (provocando un
collasso a Roberto) e va dritto in porta segnando uno splendido gol. Dopo
la marcatura Santana si gira a sfottere Tsubasa che, dopo essere stato
"battuto" sembra una statua di sale, ma casca male, perché Tsubasa
finalmente si gira e gli fa i complimenti!
La partita riprende, Tsubasa non ci sta a farsi battere
così e finalmente prende in mano le redini della situazione; Santana
lo fronteggia, ma Tsubasa lo frega con il giochetto che proprio lui gli
aveva appena fatto (Roberto si riprende) e giusto allo scadere del primo
tempo riporta la sua squadra in vantaggio.
Durante l’intervallo tutti vogliono intervistare Tsuby
e chiedergli perché porti tre braccialetti di stoffa al polso destro
(e chi li aveva visti?): in pratica hanno lo stesso significato delle tre
monete che ha dato a Shingo; rappresentano il sogno del Giappone di vincere
il campionato mondiale juniores e la promessa di realizzare il sogno.
Santana intanto ascolta tutto sconvolto.
Negli spogliatoi l’allenatore del Flamenco fa "ballare"
i suoi uomini con minacce terribili, mentre Santana rievoca un altro pezzo
della sua triste storia: la morte dei genitori adottivi, le angherie che
ha dovuto successivamente subire e i duri allenamenti (che comprendevano
segregazione e un po’ di sane frustate) che alla fine lo hanno reso una
vera macchina da gol.
In ogni caso appena rientrati in campo Tsubasa segna
ancora, il che fa veramente fondere di rabbia il giovane "Kami no ko".
I ricordi di Santana proseguono e noi vediamo "edotti"
del modo in cui ha convinto i compagni di squadra ad accettarlo (più
o meno come ha fatto Tsubasa!) e di come si è fatto il primo grande
amico, Leo. Tale Leo entra in campo proprio in quel momento, con incarichi
precisi: fare segnare Santana e vendicare l’onore offeso. Detto fatto:
passaggio smarcante e palla a Santana. La cosa interessante comunque è
quello che succede a questo punto. Santana prende la palla, si gira inizia
a palleggiare e sfida Tsubasa!: in pratica non è d’accordo con l’amicizia
di Tsubasa per la sua palla; lui preferisce nettamente Leo (forse dipende
da un trauma infantile) per cui, mentre tutta la difesa converge su di
lui, passa la palla proprio a Leo, che gliela ripassa subito facendogli
fare un gol splendido. Tsubasa sembra un po’ scosso, a dire il vero e rimane
a bocca aperta ad osservare il "Flying Drive Shoot" di Santana.
Il nostro eroe però non si arrende mai e lancia
un’altra sfida a Santana: "Non cantare vittoria troppo presto, c’è
ancora tempo per decidere la vittoria o la sconfitta!"
Santana comunque sembra un vero cyborg: i suoi muscoli,
"grazie" al durissimo allenamento, sono d’acciaio e proprio il ricordo
delle sue fatiche lo fa volare a razzo verso la rete, segnando il gol del
3 a 3.
Roberto ormai è disperato. Come al solito quello
meno perplesso è però Tsubasa, che, rinnovata (ma non ha
altro da fare?) la sua sfida, riparte all’attacco ingaggiando un duello
terrificante con il fuoriclasse locale; dopo un paio di scontri da ospedale,
Tsubasa sembra avere la meglio e riesce a ripartire. Santana, fuori di
sé, fa il gioco che Tsubasa si aspettava: lo stende... punizione
per il Sao Paulo da posizione favorevole.
Tsubasa sperimenta il suo tiro, ma Santana blocca sulla
linea e riparte verso l’area avversaria. Tsubasa prova a fermarlo, ma non
c’è niente da fare. L’ultimo difensore utile, pur di fermarlo lo
"abbraccia", così l’arbitro non può che espellerlo e dare
un calcio di punizione a Santana (come gli sarà venuta l’idea di
questo trucchetto?).
Anche stavolta la palla sembra in rete, ma Tsubasa arriva
e la ferma. Il tiro comunque è talmente violento da lasciargli la
gamba fumante (e la bocca aperta). La palla però e rimasta in gioco
e Santana le si avventa contro, tirando una cannonata che prende Tsubasa
in pieno alla spalla sinistra (si vedono i telespettatori giapponesi sussultare,
memori del passato). Tsubasa sembra star proprio male, ma Santana se ne
frega e tira di nuovo, sennonché Tsubasa, anche lui memore del passato
e delle promesse fatte agli amici, si alza e stavolta ferma la sfera con
la faccia, sorridendo tutto contento e calciandola in avanti.
Così si conclude il secondo volume.
Volume 3
Il gioco riprende immediatamente e, incurante dell’infortunio
(sarà la forza dell’abitudine), Tsubasa corre verso la porta del
Flamenco palla al piede. Santana naturalmente prende il tutto come un’offesa
personale e dà un paio di affettuose spallate alla spalla di Tsubasa
che, prima di scaravoltarsi di brutto, riesce comunque a passar palla alla
controfigura bionda di Paul Diamond. Costui tira, ma l’onnipresente Santana
blocca tutto; ha però fatto i conti senza l’oste, perché
Tsubasa gli frega la palla in volo e, proprio all’ultimo secondo di gioco,
fa gol.
Dopo la sconfitta per 4 a 3 l’umore di Santana peggiora
ulteriormente, ha strane visioni di una vecchia conferenza stampa in cui
preannunciava la vittoria dei mondiali juniores e rivede la sua triste
infanzia. Sente di avere deluso i suoi fans e i suoi amici, ma Leo e i
gli altri compagni di squadra lo consolano e gli dicono di non piangere.
Anche i tifosi del Flamenco sono felici, perché hanno visto quanto
ha lottato, e gridano il suo nome.
Santana capisce che il suo odio per tutti era sbagliato
e va a fare pace con Tsubasa. I due si scambiano anche la maglietta e Tsuby
trotterella da Roberto tutto contento.
La narrazione a questo punto si sposta in Giappone, dove
si continua a lavorare per preparare la nazionale giovanile. Assistiamo
così ad una conferenza stampa del signor Mikami, che si presenta
con Taro (con addosso la sua uniforme scolastica) e Hyuga (in tuta con
la palla sotto il braccio).
Il primo a parlare è Taro. In pratica si annuncia
che i giocatori giapponesi, dopo avere passato l’esame di maturità,
affronteranno le squadre giovanili più importanti del mondo, per
apprendere più velocemente nuove tecniche ed entrare in contatto
con culture diverse, ma soprattutto per migliorare il gioco di squadra.
Qualcuno, poi, ha la brillante idea di fare una critica costruttiva al
nostro Hyuga, ma, come volevasi dimostrare, le critiche costruttive e Hyuga
non vanno d’accordo, tant’è che il poderoso ragazzo da un bel calcio
al tavolo facendolo volare a un paio di metri. Non contento, decide di
chiarificare ulteriormente il concetto e pesta anche il pallone, facendolo
scoppiare.
Ma cosa gli avrà mai detto? Tanto per cambiare
il tutto non era molto chiaro, ma credo che la domanda fosse, più
o meno "Visto che nelle ultime due occasioni avete fatto schifo, come potete
pensare di vincere i mondiali?"
Dopo tutti quei danni, Hyuga esclama "Sekai ichi da!",
cioè "I primi del mondo".
Taro cerca allora di minimizzare il problema, sostenendo
che tutti loro lotteranno per realizzare il grande sogno, per quanto
irrealizzabile possa sembrare.
L’indomani tutta la squadra è al lavoro, mancano
solo quelli che giocano attualmente all’estero, tanto più che Tsubasa
è ancora infortunato alla spalla. Sull’argine che circonda il campo
(ma perché i giapponesi fanno sempre i campi sotto il livello del
mare circondati da terrapieni?) ci sono due tipi che osservano sghignazzando.
I ragazzi lavorano davvero sodo sotto gli occhi dei giornalisti
che preparano un articolo su di loro dal titolo: "Determinazione!! La nazionale
giovanile giapponese"
L’articolo riporta foto dei nostri campioncini e la formazione
(provvisoria) della nazionale: Wakashimazu - Matsuyama, Jito, Takasugi,
Kishida - Misaki, Izawa, Oda, Tachibana Masao (Kazuo è riserva!)
- Hyuga, Sorimachi, Nitta.
Ovviamente si parla anche dell’exploit di Hyuga: c’è
una bella foto con un trafiletto eloquente: "L’happening della conferenza
stampa: Hyuga Kojiro calcia il tavolo come fosse una palla".
L’articolo più interessante comunque vede protagonisti
Misaki, Matsuyama e Hyuga, infatti viene sollevato l’interrogativo che
"sconvolge" tutti: chi sarà il capitano della nazionale giapponese
juniores (sottinteso, finché non arriva il legittimo proprietario
del titolo)?
Il successivo articolo si sposta invece all’estero e
più precisamente in Germania e Brasile: Genzo reclamerà il
suo ruolo di titolare oppure a salvare la porta della nazionale sarà
Wakashimazu? E Tsubasa, la sua partecipazione è in pericolo? Come
sta veramente?
Dopo questi angoscianti interrogativi torniamo all’allenamento
dei campioni. Tutti sono contenti, perché si stanno impegnando a
fondo e credono di essere in ottima forma; a dire il vero lo credono solo,
perché i due energumeni che li stavano osservando (Hino Ryoma e
Yumikura Nobuyuki) scendono in campo, prendono la palla e li sfidano a
fermarli. Ovviamente non ci riescono e la nazionale prende un gol clamoroso
(ci tengo però a sottolineare che Hyuga non giocava e la porta la
stava difendendo Morisaki...). Dopo il grande successo si vantano di essere
dei grandi eroi e affermano che Hyuga non è il solo grande "scalciatore"
(che alludano al tavolo?); guarda caso, Hyuga sta giusto arrivando e dimostra
il suo ampio disaccordo con dolci paroline minacciose: è meglio
che tornino a casa, altrimenti la fiera tigre potrebbe aver qualcosa da
dire.
I problemi sembrano finir lì, anche se tutta la
somma delle cose finisce per dare gli incubi a Ishizaki.
Il giorno dopo una novità attende i nazionali:
c’è un nuovo giocatore sul campo, ma non possono vederlo in faccia,
perché dà loro le spalle e sta giocando con un gruppo di
sconosciuti. Finalmente si gira è Misugi! È guarito, e può
riprendere a giocare con gli altri. La sua classe, naturalmente, non è
cambiata; è sempre il migliore. Ad osservarlo ovviamente c’è
sempre Yayoi. Piccolo flashback: Jun e Yayoi sono dal dottore che annuncia
a Jun la sua guarigione; il ragazzo si gira di slancio e abbraccia Yayoi!
Nel frattempo Wakashimazu (che ha evidentemente letto
il giornale) va a parlare con il signor Mikami, perché gli è
venuto un dubbio: non è che, tanto per cambiare, appena Genzo arriva
lo mettono in panchina?
Il signor Mikami lo rassicura... ha proprio indovinato.
Wakashimazu non la prende certo con filosofia; dichiara
convinto che lui non sarà il cagnolino di Genzo, se lui è
tanto bravo che si arrangi. O sarà titolare o se ne va e, dato che
è compagno di squadra di Hyuga, con un colpo di judo, fa secco il
tavolo del povero signor Mikami. Dopo lo scambio di idee, fa i bagagli
e se ne va. L’allenatore ha intanto informato gli altri che corrono a fermarlo.
Hyuga e gli altri della Toho, comunque, li hanno preceduti,
ma nulla sembra convincere Wakashimazu che, con le lacrime agli occhi,
se ne va. Hyuga prova allora a risolvere la cosa a modo suo, cioè
gli tira un micidiale tiro della tigre, per sfidarlo, ma Wakashimazu lo
ferma (e trattiene la palla!) con una mano, poi se ne va. Gli altri sono
finalmente arrivati, ma non possono fare niente.
Mikami allora, tanto per rendere più facile la
cosa da digerire, li informa, che effettivamente c’è un problema.
Un campione del Colonia, tale Stephan Revin o giù di lì,
durante una partita molto intensa, è riuscito a tritare entrambi
i polsi di Genzo, cosicché, almeno per un po’, non sarà disponibile.
Il tutto preoccupa Misaki, che senza dir niente in giro
scrive a Tsubasa e lo prega di tornare a casa per l’inizio del mese successivo
(almeno credo che volesse dire questo!).
Il programma di allenamento prevede a questo punto una
"partitella" di allenamento con un’altra squadra. La squadra è quella
dei "due mostri" e, come se non bastasse, il signor Mikami sembra anche
star male. L’allenatore dei selvaggi è un certo Gamo Minato e definisce
i suoi 7 uomini "The real Japan 7"! (I sette del Giappone reale). Costoro
sono veramente brutti e in mezzo a loro c’è anche la vecchia conoscenza
Urabe (Jack Morris), che non spicca certo per la sua bellezza.
La squadre avranno dunque 7 giocatori ciascuna.
Per il Giappone: Morisaki - Matsuyama, Jito - Misaki,
Sawada - Hyuga e Nitta.
Per i cattivi: Yamada - Sakaki, Urabe - Yumikura, Yoshikawa,
Okano - Hino.
La partita è durissima. La difesa dei cattivi
è tremenda e il Giappone incassa subito un gol; Hyuga sprona i suoi
alla vittoria e così, giusto alla fine del volume, i nostri raggiungono
il meritato pareggio.
Volume 4
In un certo senso questo è il volume più
"intenso" di quelli visti finora, per cui, mi ci soffermerò in modo
particolare.
Hyuga è molto "caricato" e lotta proprio come
una tigre, tant’è che riesce a portare il Giappone in vantaggio.
Le cose però non vanno come dovrebbero andare, Hino (che si era
allenato in Brasile!) fa un gol strepitoso, massacrando la mano del povero
Morisaki.
Hino e Hyuga si scambiano sguardi da inceneritore, ma
i cattivi si sentono molto offesi per il modo in cui tutti esaltano la
nazionale e... Yumikura fa un altro gol dichiarandosi per di più
emulo di Tsubasa.
I "buoni" sono punti sul vivo e lottano da leoni, ma
non riescono più a segnare. In compenso gli altri sì, e fanno
altri 3 gol, vincendo così 6 a 2.
Gamo infierisce anche sui perdenti, chiamandoli mollaccioni
e alla fine Mikami si sente così male che crolla e lo devono portare
all’ospedale.
Trattasi, a quanto ho capito, di grave forma di appendicite
o peritonite, per cui il grande capo per un po’ non potrà occuparsi
della squadra. Che fortuna! Sarà affidata a Gamo!
In ogni caso le amichevoli non aspettano, così
la squadra giapponese si trova subito a dover affrontare la nazionale coreana.
Cosa volete che vi dica, la fortuna ha abbandonato i nostri amici che perdono
con un sonoro 3 a 0 e, tanto per cambiare, innaffiano il prato di lacrime.
Il più depresso è Morisaki... come dargli torto?
Tanto per infierire, l’autore ci mostra poi le prodezze
di Wakashimazu, che si è dato al professionismo e, per i colori
del Yokohama, blocca ogni pallone in zona porta.
I "nazionali" lo seguono in televisione e il nervosismo
esplode; in particolar modo Hyuga sembra avercela con Misaki, che aveva
espresso un giudizio negativo su Wakashimazu, tant’è che lo prende
per la collottola e lo solleva a mezzo metro da terra. Hyuga gli sta ancora
dando dell’idiota (mentre gli altri non sanno come fermarlo!), quando arriva
Gamo.
Gamo ha parecchie notizie da dare, tutte pessime: finché
Mikami se ne sta in ospedale, il responsabile della nazionale è
lui e li allenerà a suon di bastonate! Ha intenzione di prendersela
in particolar modo con gli attaccanti e, per eliminare gli errori più
ricorrenti, vuole farli diventare come i 7 mostri. Chiama ad alta voce
Misaki, i gemelli Tachibana, Hyuga, Nitta, Soda e Jito, perché per
loro ha un programmino tutto speciale.
Adesso si va in Brasile; Tsubasa arriva al campo dove
Roberto allena degli sfigati gridando: "Roberto! Finalmente mi hanno tolto
il gesso alla spalla! Posso riprendere ad allenarmi!"
Gli sfigati non credono ai loro occhi: quello è
il terribile Tsubasa?
Roberto però lo gela: "Sono diventato il responsabile
della squadra giovanile brasiliana e porterò il "soccer cyborg"
Carlos Santana alla vittoria della Coppa del Mondo".
Tsubasa resta lì come un pesce lesso, mentre dietro
di lui lo sfondo della vignetta... cade a pezzi.
Torniamo nel Sol Levante e occupiamoci un po’ di Sanae,
che nel tempo libero lavora come cameriera in un caffè. Il motivo
ci viene spiegato nel solito flashback: La nostra Anego soffre di nostalgia
per il suo adorato Tsuby. Sono ormai tre anni che non vede l’emigrato e
non ne può più. Sfoga le sue calde lacrime sulla spalla di
un’amica (la solita cugina di Jito), ma quest’ultima le da un ottimo consiglio:
"Se Maometto non va alla montagna è la montagna che va da Maometto".
Perché aspettare il ritorno dell’amato? Può andarci lei,
basta trovare i soldi.
Sanae capisce al volo e si mette a lavorare.
Nuovo salto a Sao Paulo, per vedere come Tsubasa reagisce
alla notizia. In effetti chiunque sarebbe sconvolto e lui... "Complimenti
Roberto!!!"
Cosa volete farci, è fatto così. Gli fa
poi un lungo discorso in cui dichiara quanto gli dispiace per l’improvvisa
interruzione del loro rapporto; non dimenticherà i suoi insegnamenti
e giura di impegnarsi come leader della sua nazionale.
Per dimostrare la sua sincerità gli rifà
i complimenti: "Le mie più sentite congratulazioni Roberto!". Nel
frattempo la vignetta si allarga a contenere sia Roberto che Tsubasa, mentre
tra di loro si inserisce la famosa scena dell’aeroporto, quando Roberto
aveva piantato Tsubasa in asso.
Ancora non contento, Tsuby grida: "Guarda Roberto!" e
parte come un matto con la palla al piede (gli sfigati lo guardano abbastanza
perplessi), continuando a blaterare: "Guarda che tecniche ho appreso a
partire dal nostro primo incontro! ... Palla... traversa... rovesciata!".
Per i profani delle tecniche tsubasiane: ha tirato una "cannella" contro
la traversa e ha fatto gol con rovesciata sul rimbalzo.
"Roberto, adesso la mia tecnica è praticamente
perfetta!"
Tsubasa continua a pensare... "Grazie Roberto, lo devo
ai tuoi insegnamenti, se sono arrivato a questo punto. È merito
tuo se in Brasile sono diventato un professionista così rapidamente.
Ti ringrazio Roberto!"
Dopodiché parla ad alta voce inchinandosi (mentre
inizia a piangere): "Grazie per tutto quello che hai fatto per me!"
Roberto risponde a Tsubasa ancora inchinato: "questo
è l’ultimo insegnamento che ti do! Guarda Tsubasa! Impara questo
ora! "
A questo punto fa un tiro incredibile, che passa di fianco
a Tsubasa, finisce in rete, la sfonda e se ne va nel cielo...
Di nuovo in Giappone, dove i nostri amici hanno un insegnante
molto meno generoso di Roberto.
Gamo dà le istruzioni ai suoi sette "prediletti":
allenamento mirato e solitario per correggere i loro errori; i primi a
conoscere il loro triste destino sono Hyuga e Misaki.
Il buon Hyuga si allenerà per apprendere il "post
play", ma non chiedetemi cos’è.
Misaki invece (a quanto ho capito), dovrà partire
e girare il mondo ad osservare come giocano gli avversari, per poter aiutare
Tsubasa quando torna.
I gemellini intanto dovranno apprendere il nuovo colpo
della scimmia, Jito avrà a che fare con la "power defense", Soda
dovrà perfezionare il suo tiro "Kaminri", imparando a curvarlo e,
per finire Nitta deve imparare a tirare con entrambi i piedi, visto che
un attaccante nano (che gentile) non può colpire di testa.
I ragazzi non sono molto d’accordo, ma Gamo ribadisce
che questo è l’unico modo per arrivare a vincere il mondiale e che
lui sta costruendo la squadra per il più grande centrocampista del
mondo, il "pivot" ideale, Oozora Tsubasa!
I giocatori sono talmente sconvolti che non osano lamentarsi
ulteriormente, ma quando vedono il nuovo campo d’allenamento, si preoccupano
decisamente: in pratica è la fotocopia del campo militare di "Quella
sporca dozzina".
L’unico a non preoccuparsi è Hyuga: "Niente di
speciale", poi chiede a Gamo dove deve allenarsi, perché lui non
si ritiene certo inferiore a Tsubasa e non vede l’ora di dimostrare il
suo valore.
L’allenamento è davvero massacrante e, come se
non bastasse, prevede anche delle "partitelle" con i "Real Japan 7". Dopo
ogni partita sono tutti pesti e incerottati, ma Hyuga si allena anche di
notte, perché questa idea di Tsubasa non gli va proprio giù.
Sul più bello arriva Matsuyama e subito litigano.
Da quel che ne ho dedotto, Matsuyama dice a Hyuga che si sta comportando
come uno scemo. Hyuga risponde con un cazzotto, ma Matsuyama gli chiarifica
il concetto: in questo caso non contano i singoli, ma la vittoria finale
della Coppa del Mondo, quindi non importa chi guiderà la squadra,
ma vincere. Ciò non toglie che avrà tempo di dimostrare tutto
il suo valore.
Hyuga capisce e lui e Matsuyama fanno pace, dopo 25 o
30 volumetti di odio malcelato (Matsuyama non gli aveva ancora perdonato
di aver battuto la Furano 7 anni prima...).
Si torna in Brasile. All’aeroporto di Sao Paulo è
atterrata Sanae. Prende un taxi e si fa portare a casa di Tsubasa: con
orrore scopre che la camera è in vendita! Lei non può sapere
niente, infatti, di quello che è successo tra Roberto e Tsubasa,
per cui pensa ancora che i due abitino insieme; Tsubasa si è invece
trasferito a casa di Pepe.
Prende subito un taxi e si fa portare allo stadio del
Sao Paulo, nella speranza di incrociare il nostro eroe, ma niente da fare:
il portiere le dice che la squadra è in tour e non ritornerà
che dopo due giorni.
E qui si scopre che Sanae ha molto lavorato, ma poco
guadagnato, perché il suo viaggio in Brasile dura solo due giorni
e, dato che ormai è sera, non le resta che un giorno da trascorrere
a Sao Paulo: dovrà ripartire proprio in concomitanza con l’arrivo
dell’amato, senza averlo visto.
Sanae è moooolto depressa e alla sera piange nel
suo lettino d’albergo. Il giorno dopo riprende lo stesso taxi e ritorna
al campo d’allenamento; si siede sulla panchina e osserva depressa. Il
taxista se la prende a cuore e l’accompagna fuori dallo stadio. Sanae gli
chiede allora di farle almeno una foto davanti allo stadio.
Il taxista acconsente, ma proprio in quel mentre si vedono
due schegge uscire, palla la piede, da un sottopassaggio attaccato allo
stadio. Il taxista scatta e nella foto, insieme a Sanae, appaiono Tsuby
e Pepe!
Tsubasa poi urla qualcosa a Pepe e Sanae riconosce immediatamente
la voce, così insegue i due fulmini fin dentro allo stadio con gli
occhi pieni di lacrime; osserva l’azione fino al momento in cui Tsubasa
fa uno splendido gol e poi urla con tutto il fiato che ha in corpo: "Tsubasa-kun!".
Ciò che non era riuscito ai più grandi riesce a Sanae, Tsubasa
resta a bocca aperta: "Sanae-chan?!"
Sanae non è disposta ad attendere oltre, corre
verso di lui e lo abbraccia piangendo. Tsubasa non cede alla commozione,
ma ha un sorrisetto decisamente compiaciuto e, soprattutto continua a tenere
stretta
Sanae con fare protettivo. Pepe commenta tutto soddisfatto: "Credo che
oggi l’allenamento durerà meno del previsto..."
Dopo un po’ Tsubasa dice a Sanae che non la faceva così
"delicata" da piangere tanto, ma lei, ormai sorridente, ribatte che è
stato un periodo molto lungo.
Si scopre poi che Tsubasa non è partito con il
resto della sua squadra, lo sponsor, in previsione dei mondiali giovanili,
gli ha dato il permesso di rientrare in patria.
Ai due ragazzi non rimane quindi che godersi la giornata
insieme, così si danno al turismo, usando Pepe come guida turistica
e fotografo ufficiale. Nelle foto Sanae e Tsubasa sorridono molto e sono
molto vicini, ma non si "toccano" ulteriormente.
In Giappone intanto ci si prepara per l’inizio delle partite
valide per la qualificazione al mondiale giovanile. Il girone della squadra
giapponese è molto dure e pone di fronte Giappone, Thailandia, Guam
(famosa località nelle Marianne...) e Taipei.
Vediamo l’arrivo delle prime squadre in Giappone, dove
è prevista una specie di cerimonia inaugurale; comunque non sono
gli unici a giungere da lontano... finalmente anche Tsuby è tornato
all’ovile.
I giornalisti si avventano su di lui come piranha, ma
proprio mentre l’incaricato della federazione calcistica giapponese è
riuscito a raggiungerlo per portarlo al luogo del ritiro, arriva una pallonata
alla Hyuga, dall’altisonante nome di "Rolling spiker". Tsubasa si gira
giusto in tempo per "pararla" e vedere la sfida: il pallone lo mandano
i suoi prossimi avversari, i Thailandesi e sostengono le solite cose...
vinceranno...
Arrivati alla federazione l’accompagnatore corre preoccupato
da Gamo e Katagiri, ma Gamo è proprio l’unico a rimanere tranquillo.
Lui sa cosa fare: dice di mandare a dire al "principe del sole" di tornare
subito in Giappone. È il momento di Shingo Aoi.
Nel frattempo Tsubasa cerca i suoi compagni, ma trova
solo i loro miseri resti; rinviene, infatti, una decina di cadaveri sdraiati
per terra, laceri, sporchi e sanguinanti e in grado di salutarlo solo con
rantoli che assomigliano vagamente alla pronuncia del suo nome.
Tsubasa è tanto più sconvolto in quanto
non vede i 7 famosi desaparecidos. In suo soccorso arriva per fortuna Katagiri
che gli spiega a grandi linee la situazione: i 7 sono partiti insieme per
perfezionarsi individualmente.
Anche Gamo parla con Tsubasa: quello che stanno facendo
è necessario per la vittoria finale. La parolina vittoria ha il
solito effetto "doping" su Tsuby, che, da preoccupato che era, diventa
un vero esaltato. Corre sul campo di battaglia e urla alla sporca dozzina:
"Combattete, dobbiamo lottare per il nostro sogno! Vogliamo vincere la
coppa del mondo juniores!"
La frase deve avere qualche effetto subliminale, perché
i morti resuscitano e hanno anche la forza di gridare a Tsubasa il loro
impegno.
Gamo è sconvolto, mentre Tsubasa sorride tutto
contento.
Il giorno successivo iniziano le partite, e la Thailandia
batte subito quelli del Guam per 12 a 0!. I giapponesi devono invece vedersela
con quelli di Taipei.
I tifosi nipponici sono in grande spolvero e, per l’occasione,
anche Sanae riesuma la vecchia tenuta da "combattente", tant’è che
gli amici la prendono in giro dicendo che "Anego è tornata". La
ragazza urla come una pazza e si è dipinta la bandiera jap sulla
faccia. Tra il pubblico si è infiltrato anche Wakashimazu.
Tutti rimangono sconvolti quando vedono la squadra giapponese
entrare in campo. I sette dispersi sono ancora tali e, a parte Tsubasa,
tutti gli altri sono ricoperti da cerotti, bende e fasciature varie.
Volete la formazione? Eccovi accontentati: Morisaki -
Misugi, Ishizaki, Takasugi, Kishida - Matsuyama, Tsubasa, Izawa - Sorimachi,
Kisugi, Taki. Non so se notate che per i giocatori giapponesi il ruolo
non esiste. Gli attaccanti fanno i difensori e viceversa.
La partita si fa subito molto dura e il quarto volume
si chiude su una spettacolare rovesciata di Tsubasa che cerca di difendere
la sua porta
Volume 5
Tsubasa deve comunque fare i conti con il resto della
squadra che non ha ancora "ben assorbito" il carico di lavoro dei giorni
precedenti, così non può fare più di tanto. Alla fine,
nonostante Morisaki, i cinesi fanno un bel gol.
Non ottengono però l’effetto sperato, perché,
come per tutte le squadre tipicamente giapponesi, se non si soffre non
ci si diverte; dunque l’aver preso un gol è sinonimo di "sveglia",
e i redivivi si levano bende e cerotti e partono all’attacco.
L’azione si conclude con il meritato gol di Tsubasa.
Gli spettatori, intanto, guardano interessati, mentre
Katagiri, con una geniale mossa di accerchiamento, becca Wakashimazu e
(che fa lo gnorri e asserisce di passare di lì per caso) gli comunica
che se volesse potrebbe ancora scendere in campo, perché nessuno
ha cancellato il suo nome dall’elenco dei nazionali... la maglia di portiere
titolare (con riserva!) è sempre sua.
Anche i thailandesi assistono alla partita e si sentono,
ovviamente, molto superiori, tant’è che promettono di fare almeno
10 gol quando affronteranno la repubblica di Taipei.
La scena si sposta adesso dalle nostre parti, cioè
a Milano. Shingo si sta allenando come un pazzo, sognando di emulare i
grandi campioni che militano nel nostro campionato di serie A. L’allenatore
corre e gli porta un telegramma. È la convocazione per la nazionale.
Assistiamo anche ad alcuni ricordi di Shingo: ha avuto
il grande onore di essere in squadra nella partita Inter - Juventus, ma
ha perso miseramente. In ogni caso il suo idolo e mito è Gentile.
Ognuno ha i suoi miti, dopotutto.
Nel frattempo è arrivato anche un giornale giapponese,
in cui si riportano i risultati delle due partite di Thailandia e Giappone.
Le due squadre hanno vinto tutti i rispettivi incontri, ma la Thailandia
sembra avere una marcia in più in attacco, infatti i giocatori hanno
mantenuto la loro promessa dei famosi 10 gol. Per inciso i giapponesi avevano
poi vinto la partita per 2a 1 e battuto quelli del Guam per 4 a 0.
Si avvicina dunque l’ora dello scontro diretto e ci viene
mostrato l’allenamento della squadra thailandese. Hanno dei metodi un po’
strani, perché non giocano a calcio, ma ad un gioco tutto loro,
che pare aver grande successo in patria (e di cui loro sono campioni nazionali...).
Innanzitutto usano una palla modificata e giocano su un campo che sembra
da tennis e pallavolo insieme, colpendo la palla con i piedi; nel tempo
libero danno calcioni a un sacco di sabbia fino a spaccarlo... Che sia
calciotennis?
Ed eccoci negli spogliatoi con le ultime indicazioni
tattiche per le due squadre prima dell’evento. Gamo vuole che i suoi stiano
molto coperti in difesa, ma che siano anche pronti a scattare in contropiede.
A questo punto le squadre entrano in campo, ma vediamo che sul tavolo dello
spogliatoio nipponico è rimasta la maglia numero 20 (Gamo la guarda
perplesso)
I tifosi sono pronti anche loro e Sanae ha tirato fuori
la bandiera delle altre occasioni.
Anche stavolta lo sponsor ci offre le formazioni: per
la Thailandia abbiamo... Wacharapon - Bunnaaku, Napa, Chawatana, Chachai
- Tawan, Chaaremusuri, Somiritto, Fiaaran - Chana, Saakuun.
Per il Giappone: Morisaki - Misugi, Takasugi, Ishizaki,
Kishida - Tsubasa, Izawa, Sano, Matsuyama - Kisugi, Sorimachi.
I thailandesi mostrano subito ciò di cui sono capaci.
I giapponesi non sanno proprio come fare, neanche Tsubasa riesce a fermare
i loro attaccanti. Sembra che abbiano la palla incollata al piede. Alla
fine Takasugi risolve la situazione stendendo il primo thailandese che
passa di lì con la palla, ma non è una grande idea, tanto
più che l’arbitro non l’apprezza per niente e assegna la punizione
ai Thailandesi. La barriera è foltissima e i thailandesi provano
subito il loro colpo migliore, eseguito da Saakuun.
Si scopre ora che il pellegrinaggio di Misaki sta dando
i suoi frutti, perché ha spedito una lettera ai nostri amici, per
avvertirli della pericolosità degli avversari e specialmente di
Saakuun, così Tsubasa e Ishizaki hanno avuto il tempo di organizzarsi
e bloccano il lancio potentissimo con un tiro incrociato.
Tsubasa parte all’attacco e fa subito gol.
I giapponesi giocano benissimo e sembrano in grado di
contenere la furiosa reazione degli avversari; purtroppo questi ultimi
adesso decidono di usare la tattica numero due, così diventa subito
chiaro a cosa serviva tirare calci al sacco... si tratta di un modo molto
preciso per dare un calcio alla palla colpendo anche il calciatore avversario.
In pratica ti danno una pallonata nello stomaco che ti arrivano i succhi
gastrici nelle orecchie. L’arbitro naturalmente non interviene, perché
si è colpita la palla e non il "nemico". Il primo a provare lo schemino
è Tsubasa, che non gradisce più di tanto (neanche Sanae).
Il resto della nazionale nipponica in questi casi non serve a niente, così
i "cattivi" pareggiano.
Tsubasa è moolto irritato e si rialza chiedendo
palla (i Thai sghignazzano), ma appena la tocca... gli somministrano un’altra
dose della medicina e vanno a fare un altro gol. Ormai ci hanno preso gusto
e il terzo gol segue immediatamente.
Wakashimazu sta praticamente fumando dalla rabbia e decide
che è giunto il momento di fare qualcosa. Nel frattempo negli spogliatoi
l’allenatore thailandese si sta fumando una sigaretta: è talmente
sicuro della vittoria che andare in panchina è una perdita di tempo.
Qualcuno però non è d’accordo con lui e glielo dice chiaro.
Chi sarà?
Torniamo in campo. Ormai più che una partita è
una battaglia; tutti cercano modi nuovi per fermare i thailandesi, ma non
è che ci riescano molto. Andiamo allora negli spogliatoi. Chi ha
parlato poco fa?
Ma sì! È lui, il SGGK! Non sapete chi è
il "Super Great Goal Keeper"? è Genzo! Finalmente è arrivato!
Tsubasa comunque non demorde e Sanae trepida per lui.
E fa bene. Accade a questo punto un fatto assolutamente strano.
Tsubasa possiede notoriamente alcune delle facoltà
della Sacra Scuola di Hokuto, che ha apprese alla famosa Scuola Media Nankatsu...
cioè è in grado di ripetere qualsiasi colpo di un avversario;
anche stavolta procede in questa direzione, così calcia una legna
terrificante nello stomaco di Saakuun. Purtroppo non ha fatto i conti con
gli addominali mostruosi del sopraccitato. In effetti, la pallonata va
a segno, rimbalza verso Tsubasa (allibito) che la prende di testa e cerca
di proseguire, ma il tiro è talmente forte che Tsubasa si ferisce,
cade, si accartoccia miseramente e sviene, mentre Saakuun va a fare il
quarto gol (a 1). Wakashimazu non resiste più e si alza dalla tribuna
e dichiara che giocherà, al diavolo il giuramento.
Tsubasa è portato fuori in barella, ma anche gli
altri sono tutti pesti e sanguinanti.
Inizia ora il grande momento di Morisaki. Il nostro amico
è preda di una clamorosa visione mistica: rivede la sua carriera
calcistica dall’asilo in poi e decide che deve fare qualcosa, se non altro
in nome di Tsubasa.
Tsubasa è intanto ancora svenuto, ma si risveglia
al suono della voce di Genzo che lo invita a continuare a combattere. Tsubasa
non se lo fa ripetere e si alza di scatto dal lettino (il dottore è
un po’ perplesso), pronto a tornare in campo.
Proprio nell’attimo in cui Tsubasa e Genzo fanno il loro
ingresso a bordo campo... Morisaki fa la parata della sua vita.
Incredibile ma vero è arrivato anche Mikami.
Così si conclude anche il quinto volume.
Volume 6
Continua la sfida con la nazionale giovanile tailandese
Wakashimazu dagli spalti non riesce più a trattenere la voglia di
entrare in campo, anzi afferra i guanti da portiere, ma come al solito
arriva sempre tardi e a bordo campo si intravedono due giocatori pronti
a giocare: il redivivo Tsubasa, con tanto di testa fasciata e il mitico
S.G.G.K. Wakabayashi Genzo che nel frattempo è diventato grande
e grosso quanto Jito Hiroshi (il nostro Yuma per intenderci) i due dovranno
risollevare le sorti della partita: il Giappone sta perdendo per 4 a 1.
Ed inizia un’altra musica gli acrobati tailandesi non riescono a penetrare
le difese di Wakabayashi che non è abituato a mandarle a dire a
nessuno ci pensa lui stesso e senza tante precauzioni. Tsubasa però
non riesce a penetrare la difesa nemica e il pressing tailandese si fa
ancora pesante nei pressi della porta giapponese.
Intanto qualcuno sta arrivando in taxi allo stadio...
chi sarà mai? Le acrobazie di Wakabayashi continuano... fuori dallo
stadio qualcuno cerca disperatamente di entrare, ma delle guardie lo trattengono:
è Shingo Aoi, appena arrivato dall’Italia per unirsi alla nazionale.
Grazie ad un provvidenziale intervento di "Capitan Harlock" Katagiri Munemasa,
che gli consegna la maglia numero 20 (non vi ricorda un certo Paolo Rossi?),
Shingo entra nello stadio. Un tiro respinto da Wakabayashi finisce fuori
campo, è proprio Shingo a raccogliere il pallone. Sano Mitsuro cede
il suo posto in campo al nuovo arrivato, che per gli altri non è
che un perfetto sconosciuto tutti eccettuato Tsubasa che si ricorda benissimo
di lui.
E si ricomincia... la musica cambia di nuovo, Shingo
porta un gioco diverso dagli altri, divertente e frizzante, lascia sconcertati
compagni e avversari, con la sua spontaneità e spericolatezza...
si cimenta persino nel colpo "dell’esplosione del Monte Fuji" (Fujisan
Daibakuhatsu), esegue uno spettacolare triangolo con Tsubasa e segna lasciando
il portiere tailandese esterrefatto: 2-4. Fine del primo tempo. Le squadre
vanno negli spogliatoi. Il Giappone ha riacquistato fiducia in se stesso
dopo l’entrata in campo del "trio miracoloso", la Thailandia comincia invece
a temere gli avversari.
Secondo tempo Shingo parte a raffica, ma il ragazzino
alle volte è un po’ sbadato e nonostante gli strabilianti giochi
di piedi si scorda il pallone da qualche parte... provvidenziale come sempre
l’intervento di Tsubasa, scusate mi sono sbagliata, era Matsuyama, che
non combina nulla, ma arriva Tsuby che con un dribbling perfetto salta
un avversario, si prepara ad una rovesciata e colpisce il pallone in contemporanea
con Shingo (questi tiri combinati cominciano a diventare una mania!): 3-4
ancora per la Tailandia. Tsuby e Shingo tornano di nuovo all’attacco...
Intanto, molto distante, dall’Africa l’"esiliato" Misaki Taro si allena
con dei nuovi amici ... a Okinawa Hyuga Kojiro ascolta la partita dalla
radio, mentre si allena sulla spiaggia... i Thailandesi non lasciano spazio
ai due attaccanti giapponesi, è giunto il momento di cambiare tattica,
ecco che Misugi Jun lascia l’area di difesa e si sposta all’attacco, Tsubasa
passa all’indietro proprio all’ex-cardiopatico, che esegue un tiro formidabile,
peccato che sia troppo angolato, ma inaspettatamente il pallone entra in
porta dopo aver deviato la traiettoria. Sì, è proprio lui!
Misugi ha eseguito il Drive Shoot di Tsubasa! 4 pari.
La Thailandia non si dà per vinta e contrattacca,
con i suoi tiri acrobatici. Wakabayashi "salta ovunque" Genzo fa quello
che può, ma il goal sembra inevitabile, invece all’ultimo istante
arriva Shingo che "para" di testa e si sfracella sul palo della porta (anche
questa scena mi sembra di averla già vista, non è che Shingo
cerchi di portare via il posto in squadra a Misaki?). Niente paura a parte
un po’ di sangue in fronte, nulla di grave, anzi Aoi riparte subito all’attacco.
Intanto Matsuyama passa a Tsubasa, a cui, causa marcatura troppo stretta
e violenta, sfugge il pallone, ma prontamente recupera Shingo, che tira
letteralmente in mezzo alle gambe del portiere, ma il tiro è intercettato
da un difensore. Velocissima rimessa laterale di Takasugi Shingo a favore
di Tsubasa, che esegue un tiro da fuori area, ma tre difensori sono già
pronti a respingere il pallone. Eppure il tiro cambia improvvisamente direzione
e curva verso Aoi, che segna di rovesciata, con tanto di rimbalzo del tiro
sul terreno. Arriva il fischio dell’arbitro: il Giappone ha vinto per 5
a 4.
Il giorno seguente, Tsubasa è pronto per ripartire
per il Brasile, all’aeroporto Ozora e Sanae incontrano la nazionale tailandese
che sta per rientrare in patria. Questa volta è Tsubasa che lancia
loro un pallone con un messaggio di ringraziamento.
Sulle spiagge di Okinawa intanto, Hyuga Kojiro corre
con il pallone, mentre una ragazza compare all’orizzonte. Chi sarà
mai? La risposta nel settimo volumetto.
Volume 7
Siamo ad Okinawa ed il capitano della Toho si sta allenando
in esilio, in attesa della rivincita con la squadra RJ7... la sconfitta
e le parole dell’allenatore Gamo Minato bruciano ancora nell’orgoglio di
Hyuga, che sta cercando di trovare un nuovo tiro micidiale (uno "shin hitsusatsu
shoot"), ma le idee scarseggiano... Takeshi va a trovarlo, ma niente, Kojiro
vuole essere lasciato in pace, da solo e con la sua palla medica (non vale
allenarsi con un normale pallone da calcio) e la sua scorta di Coca Cola
(pubblicità occulta?). L’incontentabile non trova di meglio da fare
che tirare la palla medica contro la rete di un campo da baseball. Ma da
dietro arriva una voce che lo rimprovera, e una aitante ragazzina per ripicca
svuota la sua Coca Cola per terra. Hyuga cerca di ribattere, ma si vede
arrivare in piena faccia un guantone da baseball. La "selvaggia" altri
non è che Akamine Maki, capitano della squadra di softball del luogo
che "invita" il sorpreso Kojiro a prendere i suoi lanci. Hyuga non se la
cava male, a dire il vero... almeno fino a quando Maki non comincia a fare
dei tiri ad effetto... due li prende, ma il terzo gli strappa letteralmente
il guantone di mano... Hyuga subisce una folgorazione: Maki per effettuare
il lancio ad effetto ha piegato il gomito in un modo particolare... se
fosse possibile applicare questo sistema anche al calcio? Hyuga euforico
afferra Maki per le spalle, ha trovato il nuovo tiro micidiale! La povera
Maki è sconvolta da un "contatto così ravvicinato" con il
per lei sconosciuto ragazzo col codino (è estate e Hyuga ha deciso
di raccogliersi i capelli), ed il suo cuore comincia a battere in un modo
strano!
Nel frattempo al centro di allenamento della nazionale
giapponese fanno la loro ricomparsa i membri della RJ7: Hino Ryuma, Yumikura
Nobuyuki, Sakaki Yuuji, Okano Toshiya, Yoshikawa Kooji, Michel Yamada e
Urabe Hanji (Morris).
A scuola Maki si appropria di un giornale sportivo di
un suo compagno su cui campeggia un articolo speciale su Hyuga Kojiro,
ha finalmente capito chi è il misterioso ragazzo che ha incontrato
sul campo da baseball. Ritaglia la foto dell’articolo e da ora in poi la
porterà sempre con sé modello santino.
Hyuga intanto si è ritirato nel bosco lì
vicino e si allena a tirare palle mediche contro un albero: ne ha già
scoppiate quattro, altrettante sono le paia di scarpe distrutte... vi risparmiamo
la descrizione del moribondo.
A "valle" si sta per svolgere una partita di softball
tra la squadra di Maki e quella di un’altra scuola superiore... il pensiero
di Maki va al povero Hyuga: lei sa benissimo come si sta allenando Kojiro
essendo andata a trovarlo di nascosto (su suggerimento di Takeshi) ed avendolo
trovato stremato mentre tirava la palla medica, facendo finta che la sua
gamba destra fosse un arco e la palla la freccia. Maki aveva riconosciuto
la tecnica del suo lancio (che copione!). Non vi dico come è conciato
l’albero contro cui Hyuga sferra i suoi tiri.
La partita di softball comincia e le cose vanno bene
per la squadra di Maki. Intanto Hyuga, per facilitarsi le cose, ha posto
due ostacoli davanti all’albero: il primo più alto ed il secondo
più basso. Secondo la mente bacata di Kojiro la palla dovrebbe passare
sotto il primo ostacolo e sopra il secondo, per poi continuare la sua corsa
ascendente verso l’albero. Le condizioni atmosferiche cominciano a cambiare,
si avvicina un temporale e le cose per la squadra di Maki volgono al peggio:
le avversarie riescono a ribattere il suo tiro ad effetto. Nel bosco Hyuga
tira la palla medica che passa sotto il primo ostacolo, poi sopra il secondo,
descrive una parabola ascendente ed infine si schianta contro l’albero
proprio contemporaneamente ad un tuono che passava lì per caso e
che sempre casualmente colpisce l’albero spezzandolo in due. Non crederete
mica che sia stato il tiro di Kojiro a spezzarlo?! Hyuga emette un urlo
liberatore: Raijyuu Shoot! Tuono Bestiale, il nuovo tiro micidiale di Kojiro.
Tutto baldanzoso sotto la pioggia, Hyuga va al campo
di baseball, dove trova Maki piangente perché ha perso per 19 a
0. Arrabbiata ed irata con Kojiro perché non è venuto a vederla,
la ragazza si getta con i pugni contro il petto di Hyuga, certo non avvezzo
a simili situazioni. Sorpreso, ma non molto, visto che comprende benissimo
la disperazione di Maki per la sconfitta subita (lui ne ha di esperienza
a riguardo), le mette una mano sulla testa e le accarezza i capelli, dicendole
teneramente "piangi pure". E chi lo avrebbe mai detto che Hyuga ci sapeva
fare con le ragazze? Certamente se la cava meglio di quel pesce lesso di
Tsubasa.
Cambio di scena... i gemelli Tachibana si stanno preparando
per ritornare al ritiro della nazionale, hanno passato il loro periodo
di esilio forzato in montagna, e mentre contemplano il paesaggio che li
ha ospitati, una voce li chiama, avendoli riconosciuti come i famosi giocatori
della nazionale. Si tratta di una nuova faccia all’interno del manga (una
sorta di macchietta), tale Ide Tamotsu. Takahashi non deve aver usato molta
fantasia nel caratterizzarlo: prendete la faccia di Tsubasa o Shingo e
mettete al posto degli occhi due puntini ed otterrete Tamotsu. Dimenticavo
di dirvi che ha sempre un’espressione di persona molto sveglia. Tale
sveglione si rivela essere un ex compagno di scuola di Shingo Aoi e per
questo si aggrega ai gemelli Tachibana.
Ad Okinawa Hyuga e Takeshi si congedano dal loro vecchio
allenatore e prendono l’autobus per tornare a Tokyo. Guardando fuori dal
finestrino, Hyuga vede Maki riflessa nello specchietto mentre corre dietro
all’autobus. Kojiro saluta un Takeshi allibito e scende alla fermata successiva
lasciandosi raggiungere da Maki. La ragazza lo ha rincorso perché
vuole consegnargli il suo "senbetsu" (leggi regalo d’addio): una lattina
di Coca Cola (di nuovo con la pubblicità occulta). Solo che a causa
della corsa, appena aperta la lattina, Hyuga si ritrova lavato dalla testa
ai piedi. Dopo una sorsata le passa la lattina e continuano a parlare in
riva al mare di Okinawa.
Al ritiro della nazionale gli esiliati cominciano a fare
la loro ricomparsa: arrivano Jito Hiroshi, Nitta Shun e Soda Makoto, seguiti
a ruota dai gemelli Tachibana, accompagnati da quello sfigato di Tamotsu,
che riabbraccia dopo tanto tempo il suo amico Aoi. La piacevole conversazione
è però interrotta da una palla medica lanciata con forza
immane... chi altri può essere stato se non Kojiro, seguito dal
fido Takeshi. Jito lancia a Hyuga la maglia numero 9 (dove ce l’avesse
nessuno lo sa), ma sorprendendo tutti, Kojiro strappa di mano l’altra maglia
che Hiroshi teneva stretta e la "calcia" con la palla medica in direzione
di un nuovo arrivato: la maglia è la numero 11 ed il predestinato
altri non è che il mitico Misaki Taro! Che blocca la palla al volo.
Ora ci sono tutti: la sfida con gli RJ7 può incominciare.
Un problema nasce spontaneo: la squadra degli esiliati
non ha un portiere, si sacrifica all’occorrenza Masao Tachibana, uno dei
due gemelli (quanto ad acrobazie può essere benissimo paragonato
a Wakashimazu ed a Wakabayashi), e non se la cava nemmeno male, visto che
fa subito una bella parata. Rimessa in gioco e palla per Misaki, tutti
hanno notato che il suo modo di giocare è molto maturato ultimamente,
merito dei numerosi viaggi in Cina, Europa, Africa ed America Latina
che ha fatto durante il suo esilio forzato. Misaki si sta divertendo con
la palla, pensando a quanto voglia bene al suo migliore amico, cioè
il pallone (per chi ancora non lo sapesse). La qual cosa fa innervosire
un avversario, che vorrebbe entrare in possesso della palla. Con un sorriso
estatico, Misaki prima gli tira il pallone, con meraviglia di tutti, questi
però appena rimbalza sul terreno ritorna verso Taro stesso, che
si fa cosi beffa dell’avversario e passa a Soda, il passaggio è
precisissimo, lo stesso Gamo ne ammira la millimetricità. Soda dal
canto suo durante l’esilio si è allenato a fare cross in area e
tira, Kojiro intercetta e passa a Jito che stava sopraggiungendo da dietro:
è goal. Gamo è strabiliato dal repentino cambiamento dei
sette esiliati. Hino Ryuma non si lascia sorprendere e segna subito il
goal del pareggio, ma Misaki rincuora tutti (della serie "gli dà
una carica!"), passa la palla a Kazuo Tachibana, che dribbla tutti con
"la mossa della scimmia di montagna" e "il balzo dello scoiattolo". Evidentemente
il soggiorno montano ha lasciato i suoi effetti. Con un "kuchuupass" (leggi
"passaggio aereo") Kazuo esegue una capriola volante per Soda, che a sua
volta ribatte per Nitta, che ha rafforzato i muscoli delle gambe dando
calci ad un pneumatico legato ad un palo (questi giapponesi le inventano
proprio tutte). Grazie a questo riesce ad prendere di prima il passaggio
di Soda ed a fare partire subito il suo Hayabusa Shoot (il tiro del falco):
2-1 per gli esiliati. Anzi 2-2, perché Hino pareggia subito e provoca
Hyuga: sarà lui a rubargli il posto in squadra. Kojiro non si lascia
certo intimorire e dice a Misaki di passare a lui subito dopo la ripresa
del gioco: è giunto il momento di dar prova delle sue nuove potenzialità.
Misaki passa a Hyuga, che da centrocampo si prepara a tirare. Tutti lo
credono impazzito: è impossibile segnare da quella distanza! "Questo
è il mio nuovo tiro micidiale!", urla calciando la palla con immane
potenza, dopo aver letteralmente disintegrato una striscia di erba del
terreno di gioco. "Raijyuu Shoot!"... neanche a dirlo il pallone fora la
rete della porta ed il portiere non è riuscito a muovere un dito
(piccola nota aggiuntiva dell’ultimo momento: mentre tutti stanno ancora
cercando la mascella che è caduta loro a terra, in una microscopica
vignetta si vede il proprietario della capanna, vicino alla quale Hyuga
si è allenato, osservare allibito il suo povero albero abbattuto!).
Siamo 3-2 per gli esiliati, che ricaricati dal nuovo
tiro di Hyuga Kojiro non lasciano spazio agli avversari, tanto che Hyuga
può segnare con un altro Raiyuu Shoot e fare un altro buco alla
porta sfondando quasi la rete di protezione, posta dietro alla porta stessa.
Poi è il turno di Misaki, Nitta, Soda, Kazuo Tachibana, ... fino
a raggiungere un risultato di 10 a 2... a questo punto l’allenatore Gamo
trova opportuno far smettere il gioco: sembra evidente quale sia la squadra
più forte. Gli esiliati vengono reintegrati in nazionale ed i giocatori
della RJ7 possono tornarsene a casa, anche se hanno dimostrato di poter
facilmente togliere il posto in squadra agli altri, che quindi non devono
adagiarsi troppo sugli allori.
Ormai è tempo di prepararsi per le eliminatorie
del girone asiatico. Due sono i gruppi previsti, ognuno composto di cinque
squadre: i gruppo A comprende la Korea, il Kuwait, la Siria, l’Irak e l’Indonesia;
il gruppo B il Giappone, l’Arabia Saudita, la Cina, l’Uzbekistan e gli
Emirati Arabi Uniti. Solo in quattro passeranno alla fase successiva del
girone, ossia alle semifinali.
Durante tutto questo tempo Tsubasa si è allenato a Santos in Brasile, ma il bello è vedere come?! Il buon Ozora non ha trovato di meglio da fare che farsi influenzare dalla mente bacata di Kojiro. Infatti da un pontile in riva al mare, Tsubasa si è allenato a tenersi prima in equilibrio su dei pali conficcati in mare (vi ricordate Karate Kid?) e poi a saltare di palo in palo, considerando i pali come avversari, logicamente il tutto con il pallone sempre dietro o sarebbe meglio dire davanti, perché vedete, quando i pali sono finiti Tsubasa lancia un tiro contro le onde.
La fase successiva delle eliminatorie si svolgerà in Indonesia, ed è qui che Tsubasa raggiunge i suoi compagni della nazionale. Al suo arrivo tutti rimangono allibiti, perché il bel faccino di Ozora è rovinato da numerosi graffi (evidentemente qualche volta non centrava il palo).
Bene! Il Campionato Mondiale Under 19 (voi ne avete mai
sentito parlare? Io no!) può iniziare, la prima partita del Giappone
è contro l’Uzbekistan. La compagine nipponica schiera: in porta
Wakabayashi, difensori Soda, Misugi, Jitoo, Ishizaki, centrocampisti Matsuyama,
Misaki, Aoi, Tsubasa, attaccanti Hyuuga e Nitta (direi un 2-4-4). Lo stesso
modulo prevede anche la squadra avversaria.
Inizia la partita, subito il capitano uzbeko, Zanghiuff,
è in possesso di palla, ma Tsubasa cerca di sottrargliela, lo scontro
è violentissimo e Tsubasa rotola metri più in là,
portandosi via anche il pallone. Ozora passa subito a Misaki che era lì
vicino per caso, e che si mette a schivare gli avversari come se fossero
gli alberi della giungla: giuro che questa non è una battuta, in
una vignetta si vede Misaki che con la divisa della nazionale corre in
mezzo alla giungla ricordando il suo allenamento. Taro passa a Hyuga, che
vorrebbe provare il suo tuono bestiale, ma l’allenatore gli ha consigliato
di tenerlo in serbo per partite future, così passa a Nitta, che
però manca il passaggio, ma da dietro giunge Aoi gridando: "Ecco
il semaforo verde non stop Shingo Aoi"... detta così non fa ridere
per niente, ma dovete sapere che in giapponese semaforo si dice "shingo"
e verde "aoi" (anche se in realtà sarebbe azzurro, ma si sa che
i giapponesi sono particolari), e quindi in realtà urla una cosa
come: "Non-stop ao shingo Aoi Shingo da!". Manco a dirlo che dopo tutta
questa disquisizione filosofica sull’ermeneutica della lingua giapponese
il nostro Semaforo Verde/Blu segna il primo goal per il Giappone.
Volume 8
Gli Uzbeki sembrano non aver molto digerito il goal, anche
perché Shingo se ne vanta non poco, e il morale della nazionale
giapponese va alle stelle. Gli avversari vogliono dimostrare di non essere
da meno e cominciano a prendere d’assalto la porta nipponica... stranamente
sembra che la difesa giapponese sia andata a prendersi una vacanza alle
Hawai, perché il povero Wakabayashi deve vedersela prima con un
potente tiro del capitano uzbeko, che respinge di petto, nonostante avesse
tutto il tempo di prenderlo a due mani, e che ribatte subito per Nitta,
che però sbaglia l’aggancio e si fa fregare il pallone da un avversario
che tira a sua volta in porta. Wakabayashi anche in questa situazione respinge
con i pugni.... che Wakabayashi risenta ancora dell’infortunio alle
mani? Se ne accorge perfino Hyuuga, che dà una strigliata ai suoi
compagni: bisogna impedire che gli avversari arrivino così vicino
alla porta. Genzo ringrazia mentalmente Kojiro... la nazionale riacquista
fiducia e gli Uzbeki non vedono la palla per un po’: Ishizaki, Matsuyama
e Tsubasa, che lancia uno sguardo da intenditori a Misaki: è il
momento della Coppia D’Oro! I due miti superano tutta la difesa avversaria,
poi Ozora passa a Soda che effettua un cross con effetto per Hyuga, che
a sua volta colpisce di testa e segna il 2 a zero. Ormai la partita non
ha più storia, si è capito benissimo chi è il più
forte: segna perfino Nitta. Anche Shingo non vuole essere da meno,
per questo si dà ad uno dei suoi soliti numeri di acrobazia gratuita:
praticamente è ovunque, solo che si rimedia pure una ammonizione
per un’entrata “su caviglia dell’avversario” poco pulita. Il Giappone è
così sicuro della vittoria che sostituisce Wakabayashi con Morisaki
(devono proprio essere molto sicuri). Ed arriva il fischio dell’arbitro:
il Giappone ha vinto.
Ora il volumetto subisce una piccola accelerata: ci vengono
fatte
vedere delle brevi trance di partite e il tabellone riassuntivo: vi assicuro
che per capirlo c’è bisogno di una laurea in statistica. La Cina,
che dispone di un capitano in grado di compiere un balzo di due metri da
terra, batte gli Emirati Arabi Uniti. L’Arabia Saudita batte l’Uzbekistan
per 3 a 0 e il Giappone gli Emirati Arabi per 6 a 0. Ci hanno risparmiato
l’agonia della telecronaca di una partita!
Che, credevate che le cose si fossero velocizzate per
sempre? Volete che Captain Tsubasa rinunci a quello per cui è diventato
famoso e leggendario, vale a dire alle sue interminabili partite? Vi siete
illusi per niente! E preparatevi alla telecronaca della partita tra Giappone
e Arabia Saudita. Il capitano degli arabi è tale Mark Owailan, con
tanto di turbante in testa... (l’unico della sua squadra!), che viene soprannominato
“il bambino prodigio”. Appena iniziata la partita si presenta difficoltosa:
gli arabi sono abilissimi a tenere il possesso di palla ed a fregarla agli
avversari: ne fa le spese perfino la unica inimitabile Coppia D’Oro, l’asse
Ozora-Misaki, che si vede intercettato un passaggio proprio da Owailan.
Tragedia! Com’è stato possibile? Il capitano arabo vola in porta
e neanche Misugi riesce a fermarlo (strano ma vero)... grande sconcerto
globale! Cioè praticamente l’arabo si butta in avanti fino a toccare
quasi terra, contemporaneamente dà un colpo al pallone a mo’ di
pallonetto, Owailan esegue poi una capriola in avanti e si rialza recuperando
il pallone al volo e lasciando Misugi in stato post-operatorio. Ora solo
Wakabayashi è in grado di difendere la sua porta. Owailan tira non
appena ritorna in possesso di palla, ma Genzo è già pronto
a parare il tiro: ed infatti lo respinge di pugno. Ma Owailan recupera
il pallone eseguendo una rovesciata e inaspettatamente sorprende il SGGK
e segnando! That’s incredible!
Il Giappone cerca di rimediare, ma gli avversari non
lasciano spazi: la loro difesa richiama la strategia di un animale del
deserto. Ad essere sincera, non sono riuscita a capirla molto bene. Da
quanto ho potuto intuire tale animale che per la verità assomiglia
molto ad uno scarafaggio e scava delle buche nella sabbia (è un
topo del deserto), si nasconde sul fondo di una di esse e quando una preda
cade nella buca, questa non riesce più a risalire perché
la buca si trasforma in sabbie mobili e lo scarafaggio del deserto si pappa
la preda. Questo mi è sembrato abbastanza chiaro, il problema è
come gli arabi lo applicano al calcio: sembra che eseguano i passaggio
in modo da evitare di cadere nella buca e che il giocatore avversario giochi
il ruolo dello scarafaggio... Pare che il sistema funzioni perché
i giapponesi non riescono a toccare palla! Shingo non ne può più
così si avventa sul capitano arabo e rimedia un’altra ammonizione.
A questo punto dovrebbe essere espulso, essendo già la seconda che
prende, invece rimane in campo (che regolamento applicheranno?). Questa
volta è Tsubasa che parte alla riscossa, ma viene bloccato da 85
avversari, prontamente arriva Misaki che dà man forte ed entra in
possesso di palla, ma anche lui viene bloccato anche se riesce comunque
a ripassare a Tsubasa, che tocca per Aoi, che si ritrova a fronteggiare
niente popò di meno che Owailan! Incredibile riesce a scartarlo
ricordandosi degli insegnamenti di Gullit! (Vedi speciale alla fine dell’ottavo
volumetto). Ora rimane solo il portiere, che atterra Shingo fuori area
rimediandosi un’ammonizione! E’ calcio di punizione in favore del Giappone.
Ozora, Hyuga, Matsuyama e Misugi stanno decidendo chi tra di loro tirerà
la punizione. Sorpresa tra i quattro litiganti il quinto gode: tirerà
Misaki. Piccolo flashback sulla triste infanzia di Misaki. Forse non tutti
sanno che Misaki vive con il padre perché la mamma se ne è
andata via e si è anche risposata. Prima di andare in Francia con
il padre, Misaki era andato nella nuova casa della madre, dove in teoria
doveva rimanere (poi sappiamo che ha deciso di andare via con il babbo),
ma vedendo sua madre da distante che parlava con la sua sorellastra, Misaki
aveva capito che si sentiva più legato a suo padre e che sua madre
ormai si era costruita un’altra vita. Misaki era rimasto in Francia per
tre anni, al suo rientro era tornato dei vecchi amici, rioccupando anche
il suo posto nella Nankatsu ormai orfana di Tsubasa (doveva esserci qualcuno
che risollevasse le sorti di quella squadra sfigata). Alla fine di una
partita vinta dalla Nankatsu, Sanae avverte Misaki che fuori dallo spogliatoio
una ragazza lo sta aspettando. Taro non sa di chi si possa trattare. La
ragazza gli fa le congratulazioni per la vittoria e gli regala un mazzo
di fiori. Misaki ringrazia impacciato. La ragazza si presenta come Yoshiko,
figlia di Yamaoka Yumiko (il nome da risposata di sua madre). Yoshiko non
è altri che la sua sorellastra, che ha scoperto da poco di avere
un fratello e non sapendo niente di lui, ha pensato di conoscerlo personalmente.
Da quel momento Misaki è rinvigorito dal ritrovato affetto della
sorellina e dal suo “esilio” in giro per il mondo comincerà a scriverle
delle lettere. Nel suo soggiorno in Camerun, Misaki ha però imparato
anche qualcosa di nuovo, che si accinge ora ad applicare al suo calcio
di punizione. Ritorniamo quindi alla partita.
Misaki sta per tirare, sembra improbabile che possa battere
di prima, infatti Kojiro, Tsubasa, Matsuyama e Misugi sono pronti a ricevere
il pallone. Invece Misaki tira proprio direttamente in porta con sorpresa
di tutti! Il pallone descrive una parabola evitando la barriera ed è
goal! Misaki ha eseguito il suo tiro micidiale: il “boomerang shoot”!
Gli arabi non di danno certo per vinti e sferrano il
loro contrattacco, ma nonostante arrivino vicino alla porta giapponese
non riescono a segnare. L’allenatore arabo decide allora di far scendere
in campo la sua arma segreta: Barukan, un energumeno che fa paura perfino
a Jito Hiroshi! La sua funzione è quella di fare da “centravanti
di sfondamento”, infatti appena ricevuto pallone da Owailan, distrugge
la difesa giapponese, disseminandone i pezzi qua e là. Solo Wakabayashi
può ora fermarlo: c’è uno scontro tra capoccione del Bud
Spencer arabo e il pugno di Genzo. Barukan ha la meglio ed il pallone sembra
entrare in porta, ma fortunatamente arriva Ishizaki che devia la palla.
Purtroppo Owailan è pronto a riceverla, Ishizaki è a terra
e Genzo sta tentando di rientrate disperatamente, ma rischia di non farcela.
Con un lampo di genio, colpisce la palla a mezz’aria con il pugno e la
sbocca sulla schiena di Ishizaki, modello “tra incudine e martello”, sedendosi
letteralmente sopra il povero Ishizaki, che ormai si sa è abituato
a prenderle da tutti. Il risultato è fermo sull’1 a 1 e il primo
tempo è terminato. Le squadre vanno agli spogliatoi. Genzo si rincolla
le mani con l’attack, mentre l’allenatore Gamo dice a Hyuga di tentare
il suo Raijuu shoot nel secondo tempo. Tsubasa cade dalle nuvole perché
non ne sapeva niente e i suoi compagni fanno un rapido riassunto della
partita contro i RJ7.
Secondo tempo... si ricomincia. Bakukan si fa subito
pericoloso e tira in porta, ma il SGGK respinge di pugno e Tsubasa blocca
il pallone con il piede: ora si parte alla riscossa! Presto detto, presto
fatto. Ozora parte come un fulmine, salta Bakukan ed una cinquantina di
altri avversari, en passant ha un contatto mentale con Misaki. Ora si trova
ad affrontare Owailan: Tsubasa di volta di scatto e lancia il pallone in
alto, Owailan salta e lo colpisce di rovesciata, ma il capitano arabo non
si è accorto del sopraggiungere di Misaki da dietro che gli ruba
la palla al volo e la passa a Tsubasa, che ritira a sua volta... Shingo
è sulla traiettoria del tiro, ma una voce gli ordina di lasciar
stare: il passaggio è per Hyuga! Kojiro fa partire il suo Tuono
Bestiale! Resoconto dei danni: porta bucata, striscia di terreno di gioco
senza erba, portiere arabo in preda di una crisi epilettica. Il Giappone
conduce ora per 2 a 1. Tsubasa colto da immensa ammirazione per Hyuga,
lo abbraccia sollevandolo da terra. Gli arabi sono interdetti e Gamo ne
approfitta per effettuare una sostituzione: esce Nitta ed entra Sano. L’idea
è quella di sfruttare la coppia della Hirado Sano-Jito (Sandy-Yuma).
La cosa sembra funzionare perché la difesa araba non riesce ad opporre
resistenza. Dopo numerose acrobazie del piccolo Sano, questi passa a Tsubasa.
Kojiro è però marcato da tre uomini e non sa come liberarsi.
Ozora tira, la palla rimbalza sul terreno e cambia direzione e va dritta
tra le gambe di Kojiro che nel frattempo si è liberato dai suoi
carcerieri ed è di nuovo Tuono Bestiale! Questa volta Bakukan si
mette in mezzo e sembra poter bloccare il tiro di pancia... invece no:
il tiro è troppo potente e spinge l’arabo dentro la porta con il
pallone: 3 a 1 per il Giappone.
Qui si chiude il volumetto n°8. A dire il vero alla fine si inserisce una storia parallela di quando Shingo Aoi si trovava ancora in Italia, in cui Shingo incontra niente popò di meno che Ruud Gullit che gli insegna un modo per schivare un avversario.
continua